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Capitale della gastronomia francese: che lo scontro abbia inizio!

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Le cinque città candidate al titolo di capitale della gastronomia francese hanno presentato i loro dossier alla triade di ministri francesi incaricati della scelta. Nel frattempo, lo scontro tra le rivali è più che mai acceso  

Venerdì, saranno presentati ai ministri incaricati della scelta i dossier delle cinque città che ambiscono a diventare la capitale della gastronomia francese. Un progetto, questo, nell’aria già da molti anni che, finalmente, sembra essere arrivato alla sua fase conclusiva. A contendersi lo scettro saranno Lione, Digione, Tours, Beaune e Parigi -Rougis.

Questa volta, bisogna ammetterlo: la Francia ci ha battuto ancora prima di arrivare ai rigori. Peccato, viene subito da pensare, che un’idea altrettanto geniale non sia venuta prima agli italiani. D’altronde, se per tradizione enogastronomica, varietà culinaria e genuinità di prodotti, il nostro Paese tiene tranquillamente il passo dei cugini d’oltralpe, in materia di valorizzazione e patriottismo i nostri storici rivali hanno ancora molto da insegnarci.

Per il momento, quindi, non ci rimane che assistere all’agguerrito scontro che si è acceso tra le candidate al trono. Nessuna città, infatti, sembra intenzionata ad abbandonare il campo di battaglia prima di aver sfoderato ogni arma a sua disposizione. In particolare, si prepara una guerra spietata, da combattere a colpi di saucissons e senape, tra Lione e Digione. Capoluoghi geograficamente molti vicini, eppure forse per questo, acerrimi rivali. Se il regno della gastronomia si prepara a schierare la sua squadra di chef stellati capitanati da Paul Bocuse, star dei fornelli lionesi, la terra dei vini sembra disposta a giocare sporco pur di ottenere l’ambito titolo. Si parla, infatti, di un possibile baratto proposto dal sindaco di Digione, al presidente Holland. In cambio dell’elezione della sua città, François Rebsamen avrebbe offerto il suo appoggio alla proposta, molto cara al primo cittadino francese, di abolire la possibilità per i parlamentari di più accumulare mandati. Secca è stata però la smentita: “Non mi si compra per un piatto di lenticchie», ha biblicamente dichiarato il politico sulle pagine del quotidiano “Le Monde”.

Campanilismo a parte, la Francia farà di tutto per rendere onore alla volontà dell’Unesco che, nel 2010, ha deciso di inserire il pasto gastronomico francese tra i beni immateriali dell’umanità, chiedendo alla nazione di attuare delle misure per salvaguardare quest’importante patrimonio.

Nell’attesa che i ministri arrivino a prendere la loro decisione il consiglio è quello di fare le valige e degustare in prima persona le specialità offerte dalle cinque città. In certi casi, infatti, verificare direttamente potrebbe rivelarsi davvero molto piacevole! 

fonte: lastampa.it

di Serena Cirini


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