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Collio. In Friuli nella terra dei grandi vini bianchi

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Il Collio in autunno è una festa della natura. I colori sono meravigliosi e i paesaggi un alternarsi di vigneti, boschi e piccoli borghi. Questa è terra di grandi vini bianchi da invecchiamento e di una cucina multietnica

Il Collio in autunno è un favola. Siamo in Friuli Venezia Giulia, in provincia di Gorizia, in una terra dove da sempre, si fanno vini bianchi strepitosi. Visitando questa zona in questa stagione, il paesaggio che appare è un andirivieni di piccoli borghi, colline vitate, pascoli, boschi di robinie. E i colori sono i più belli che possiate immaginare. E non solo. Il Collio è anche strategico. In mezz’ora di auto, vostra scelta, si possono raggiungere le Alpi Giulie per una bella sciata o il mare Adriatico e, impiegando lo stesso tempo, si può visitare anche la Slovenia. Un altro vantaggio è il clima, piuttosto mite anche in inverno grazie alle influenze calde delle correnti adriatiche e alle montagne a Nord che proteggono dai venti freddi.
  I vini. I bianchi un'eccellenza, i rossi interessanti

Il Collio conta 1.500 ettari vitati che si estendono tra Capriva, Cormòns, Dolegna del Collio, Farra d’Isonzo, Gorizia, Mossa, San Floriano del Collio e San Lorenzo Isontino. Vi colpirà il paesaggio: ampi declivi vitati in un ambiente non contaminato da fabbriche e brutte costruzioni. Qui sono prodotti vini Doc, in particolare bianchi, sia da vitigni autoctoni, sia da vitigni internazionali.
La coltivazione dell’uva nel Collio avviene fin dai tempi dei Romani. Pensate che l’imperatore Massimino all’epoca dell’assedio di Aquileia, requisì nel Collio una quantità di botti e tini tale da avere abbastanza legname per costruire un ponte sull’Isonzo. Nel Cinquecento i vini del Collio erano apprezzati in tutta Europa: da Venezia, alla Russia. Il Collio è stato inoltre tra i primi territori in Italia nel 1968 ad ottenere il riconoscimento della Denominazione d’origine controllata.
I vini bianchi del Collio sono caratterizzati da una spiccata mineralità e da una grande longevità. Insomma, si possono dimenticare in cantina per lungo tempo, senza paura che si deteriorino. I terreni qui sono particolari e caratterizzati dalla “ponca”, marne di origine eocenica, ideali per la coltivazione della vite. I vini autoctoni che si producono qui sono sostanzialmente quattro. La Malvasia è uno tra i più importanti, con il suo colore giallo paglierino e il profumo netto che richiama la frutta esotica e il pepe bianco. Ha un buon corpo ed è asciutto e vivace. Ottimo come aperitivo, accompagna bene minestre, risotti e pesce. Il secondo autoctono, e il più antico, è la Ribolla Gialla. Intorno a Oslavia si trovano ancora delle piante centenarie e ci sono dei documenti he testimoniano la sua presenza in questa zona fin dal Trecento. Se amate le note intense, scegliete Ribolle che facciano un po’ di legno e provatela con i frutti di mare e i pesci delicati. Fino al 2007 il Friulano, il terzo vitigno autoctono, era chiamato solo Tocai. Poi per un contenzioso con l’Ungheria, è stato cambiato il nome. Nel Collio si beve come aperitivo, ed è eccellente con il prosciutto crudo. E infine, il Picolit, nobile e rarissimo, dal profumo che ricorda i fiori di campo e il miele d’acacia, il sapore, dolce, ampio e vellutato. Nel Collio però si sono trovati a loro agio anche i vitigni internazionali: uno su tutti il Pinot grigio, ma anche Chardonnay, Pinot bianco, Riesling, Sauvignon e Traminer aromatico.
E i rossi? Certo, si fanno anche quelli, e bene. Il vino rosso più conosciuto è il Collio Rosso, ma si trovano anche ottimi Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. La strada del vino e delle ciliegie
Questa strada porta da San Floriano a Dolegna ed è stata la prima a essere fondata nel 1963. L’itinerario passa attraverso i luoghi della Grande Guerra, i castelli (Castello di San Floriano, castello di Spessa, castello di Cormons, castello di Ruttars), i manieri, le aziende agricole, i vigneti e gli alberi di ciliegie che, in primavera, sono uno spettacolo della natura.

La cucina del Collio
La cucina del Collio è un incrocio di tradizioni. Nei piatti si mescolano tra di loro le tradizioni latine, slave, friulane, austriache e tedesche. Se passate di qua non potete non assaggiare lepre, capriolo e cinghiale preparati all’ungherese o all’austriaca, ma anche i bolliti di carne e il prosciutto cotto nel pane, serviti con la salsa di cren (è la radice del rafano). Per gli amanti dei primi piatti, consigliamo la pasta fatta in casa condita con sughi a base di selvaggina, gli gnocchi al semolino e di patate ripieni di susine, ma anche le minestre di verdura coma la “jota”: fagioli, crauti e carne di maiale. Strepitoso il prosciutto di Cormons affumicato al fuoco di legna di ciliegio e alloro. E tra i dolci? Vi attendono gli strudel di mele, la gubana goriziana e la Linzertorte.

www.collio.it

di Elena Caccia

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