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Da Castelsardo a Bosa: colori e profumi del nord-ovest della Sardegna

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Colorata dalle variopinte facciate dei suoi borghi e dalle mille sfumature d'azzurro del suo mare, profumata dai cespi di mirto scossi dal vento, dal cisto e dal corbezzolo, la costa nord occidentale della Sardegna è terra da scoprire con tutti e cinque i sensi. Un territorio dalla storia antica, in cui il mare e le candide calette la fanno da padrona, e dove le tavole abbondano di pesce fresco e pregiati vini.

SCHEDA ITINERARIO

Colorata dalle variopinte facciate dei suoi borghi e dalle mille sfumature d'azzurro del suo mare, profumata dai cespi di mirto scossi dal vento, dal cisto e dal corbezzolo, la costa nord occidentale della Sardegna è terra da scoprire con tutti e cinque i sensi. Un territorio dalla storia antica, in cui il mare e le candide calette la fanno da padrona, e dove le tavole abbondano di pesce fresco e pregiati vini.Partendo da nord, la scoperta di questo incantevole territorio comincia da Castelsardo, antica roccaforte medievale che sorge su un altopiano. Come suggerisce il nome, la cittadina è caratterizzata dalla presenza del castello dei Doria, imponente rocca difensiva le cui origini risalgono al XII-XIII secolo. Affacciata sul mare, la fortezza non è l'unica bellezza architettonica del borgo: da vedere assolutamente anche la Cattedrale di Sant’Antonio Abate (1586), con la sua torre campanaria a picco sul mare e la cupola maiolicata. Considerato uno dei borghi più belli d'Italia, Castelsardo offre però anche un mare da sogno. Punta la Capra è una piscina a cielo aperto, dove le acque cristalline giocano con gli scogli dando vita a colori meravigliosi. Luogo ideale anche per gli appassionati di windsurf e vela. Prima di ripartire, bisogna gustare il vero sapore di questa città e del suo mare: la deliziosa aragosta alla castellanese è uno dei piatti tipici. Più in generale, i ristoranti di Castelsardo sono un vero eproprio paradiso per chi ama crostacei (aragosta, astice, granseole), ricci e frutti di mare.Punta nord-occidentale della Sardegna, Stintino è un lembo di terra tra due mari. La costa alta e frastagliata, con calette di sabbia e ciottoli, caratterizza la zona a ovest, quella del "mare di fuori", mentre a est il "mare di dentro" regala costa bassa e riparata. Un paesaggio da sogno che sfiora l'Asinara: Stintino è infatti il luogo d’imbarco più vicino per visitare il Parco Nazionale.
La bellezza più abbagliante di Stintino è sicuramente la spiaggia La Pelosa, considerata tra le più belle al mondo, con il suo fondale limpido e basso per metri e metri, le sue acque che mostrano tutte le tonalità dell'azzurro e la sabbia candida. Un paradiso a cui si affianca La Pelosetta, sorella minore, chiusa da un isolotto sovrastato da una torre aragonese.
Ma la storia di questo suggestivo borgo è fortemente legata, sia dal punto di vista lavorativo che culinario, alla pesca e alla lavorazione del tonno. Una tradizione che rivive ogni giorno nel museo delle Tonnare e sulle tavole dei ristoranti di Stintino. Da provare sicuramente il polpo in agliata e alla stintinese, ma anche la zuppa d’aragosta, la bottarga di tonno e tutto il pescato fresco.

 Tappa obbligata poi a Sassari, il polo urbano più importante della parte settentrionale della Sardegna. Una città che ha molto da offrire tra musei, monumenti, attrazioni culturali e le vicine spiagge del territorio. Qui è bello camminare tra le eleganti architetture della fontana di Rosello e di piazza d'Italia, simboli di una città ricca di edifici signorili ed ecclesiastici di grande pregio.
Ma la bellezza di Sassari è merito anche della splendida cornice di campi e oliveti che la circonda. Appuntamento imperdibile poi con il folklore locale: a Ferragosto si celebra la festa più sentita, la Discesa dei Candelieri, processione di monumentali ceri di legno portati a spalla lungo le vie per sciogliere il voto alla Vergine Assunta che, dice la leggenda, salvò la città dalla peste.
Oltre ai prodotti tipici di tutta la regione, la cucina sassarese propone due gustose specialità, divenute simbolo della cultura gastronomica cittadina: le lumache e la fainè.
Sulle tavole locali abbonda infatti la Ciogga minuta, la varietà di lumaca più piccola, che viene condita con aglio e sale e poi gustata semplicemente succhiandola dal guscio (“succiadda”). La fainè invece è una gustosa farinata di ceci, testimonianza dell'influenza e delle relazioni avute in passato con i genovesi.
 Tornando verso la costa, spunta inconfondibile il profilo di Alghero con i bastioni del porto e le torri di avvistamento. I 90 chilometri di litorale sono chiamati anche Riviera del Corallo, perché è qui che vive la colonia più grande di corallo pregiato.
Conosciuta anche come la piccola Barcellona, Alghero porta ancora chiaramente nel nome e nella lingua le tracce dell'influenza catalana. E addentrandosi nel cuore della città, tra caratteristici vicoli e vicoletti, il tempo sembra essersi fermato. Un suggestivo labirinto di pietra, in cui svettano in tutta la loro bellezza la cupola e la torre campanaria di San Michele.
In questo territorio vengono prodotti alcuni dei migliori vini della Sardegna. Qui si beve un Cannonau eccellente, ma soprattutto il Rosato di Alghero, un vino fresco e delicato dal gradevole colore rosa corallo. L'ideale per un aperitivo vista mare con salumi e formaggi tipici sardi.
 Proseguendo verso sud, sempre sulla costa, si arriva a Bosa, suggestivo borgo di case variopinte che si stagliano sul mare. Dominato dall'imponente e ben conservato Castello Malaspina (XII sec.), il paese è diviso in due dal corso del fiume Temo (unico fiume navigabile della Sardegna). Una conformazione che si ammira perfettamente dalla fortezza, da dove si gode del panorama sulle case dalle facciate colorate, sulle antiche concerie e sul Ponte Vecchio che collega le due rive.
Passeggiando tra le vie di Bosa, merita una tappa la Chiesa dell'Immacolata Concezione con i suoi bellissimi affreschi: si tratta del Duomo cittadino.
Bellezze naturalistiche e storico-artistiche che si aggiungono a una importante tradizione enogastronomica e artigianale. A Bosa è d'obbligo un bicchiere di Malvasia, tra i vini dolci sardi più buoni, da accompagnare al pescato del giorno. I gioielli di corallo, i cesti di asfodelo e i tessuti sono le altre eccellenze artigianali di questo pittoresco borgo.
 

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