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Nero di Troia, uva trendy e antica

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Un viaggio nel Nord della Puglia, alla scoperta del Nero di Troia, uva antica che sta vivendo un momento di nuovo splendore. L'incontro con alcuni dei più prestigiosi produttori e dieci indirizzi da non perdere

Il Gargano si fa sentire con i profumi e i colori, la luce è già quella chiara del Sud e la terra, al di là del promontorio, discende in una grande pianura. Siamo in Puglia, precisamente nel Nord della regione e nella zona d’elezione di un vitigno: il Nero di Troia.
 
Il Nero di Troia è uno dei vitigni più caratterizzanti del Nord della Puglia e, in particolare, delle province di Foggia e di Bari. Parliamo di un’uva storica che è la base di due delle quattro Docg regionali: Castel del Monte e Cacc’emmitte di Lucera. Allevato in 1800 ettari di vigneto, oggi, il Nero di Troia, sta attraversando un periodo di particolare interesse. Perché?
Tutto comincia dalla vigna, dove i produttori si stanno impegnando molto sulla ricerca; senza dubbio, però, il vino che un tempo si presentava nei bicchieri solo in blend con altre uve e che poteva risultare un po’ ostico per via della sua struttura, oggi assume caratteri diversi che lo rendono molto più piacevole, oltre che interessante. Si sta lavorando in quattro direzioni: verso l’eleganza rendendo Il Nero di Troia più gentile, verso un sempre maggior numero di interpretazioni in purezza, verso versioni più invecchiate e, infine, anche nella direzione delle interpretazioni rosate.
 
Perché si chiama Nero di Troia? Difficile stabilirlo con esattezza, ma ci piace credere che furono gli esuli fuggiti dalla distruzione della città di Troia, in Grecia, a portare in Puglia il vitigno. La leggenda alla fine non è neppure tanto una leggenda, dato che Attilio Scienza, docente di agronomia all’Università degli Studi di Milano, ha confermato l’ipotesi adriatica del vitigno; lo stesso nome potrebbe essere di provenienza albanese (dalla città di Cruja, localmente Troia). Il Nero di Troia, è caratterizzato da un colore vino, un profumo elegante e fresco che si riconosce per i tipici sentori di viola, ciliegia, ribes, pepe nero, tabacco, sottobosco e un palato non particolarmente acido, ricco di polifenoli e di tannini tipicamente astringenti. Proprio per questa ragione, spesso il Nero di Troia è in abbinamento con il Montepulciano (e l’abbinamento è previsto anche nella denominazione Castel del Monte) tant’è che era tradizione, nei vecchi vigneti, piantare ogni tre filari di Nero di Troia, uno di Montepulciano. Ci sono altre Denominazioni che prevedono la presenza del Nero di Troia in blend con altre varietà e sono il Rosso Barletta, il Rosso di Cerignola, il Cacc’eMitte di Lucera e l’Orta Nuova.
 
Nel mio viaggio in Puglia alla scoperta dei Neri di Troia più interessanti, ho fatto alcune “tappe vinicole”. Queste!
 
CANTINE TEANUM
Siamo nella parte più a nord di quella che viene chiamata La Capitanata e da qui si vedono sia il Gargano, sia i monti del subappennino Dauno. La cantina è proprietaria di 170 ettari collocati in cinque diverse contrade, allevati a tendone e a guyot bilaterale. Si tratta di terreni dalla composizione molto diversa fra loro e che, di conseguenza, danno anche vita a vini altrettanto differenti. Alta è un Nero di Troia in purezza Puglia Igt vinificato macerando per 15 giorni le uve in acciao e affinato in bottiglia. In bocca prevale il frutto rosso, oltre che morbidi tannini. Da degustare con carni cotte alla brace. Òtre è un’altra versione del Nero di Troia, sempre in purezza e sempre Puglia Igt. In questo caso, però, il vino macera per 25 giorni in acciao e affina in legno, acciaio e in bottiglia. Spicca il profumo di frutta e confettura, oltre che la nota vanigliata. C’è un’altra etichetta di Teanum a base di Nero di Troia, quando la qualità delle uve lo consentono, ed è il Tiati Gold Vintage che, nell'annata 2010 è Nero di Troia in purezza.
Indirizzo: via Croce Santa 48l, San Severo (Foggia) VALENTINA PASSALACQUA
Ha grinta, ha coraggio, ha entusiasmo. Questa è Valentina Passalacqua, una donna che ha cominciato facendo l’avvocato, specializzandosi nel business internazionale pensando di voler occuparsi degli affari di una famiglia impegnata nella lavorazione della pietra e che poi ha deciso di seguire l’unica strada che l’avrebbe fatata star bene: la natura. Complice della scelta, la maternità e la nascita delle sue bambine, Giulia e Agnese. Valentina ha dato vita così al suo progetto: una Cantina specializzata nella produzione di vino biologico in un luogo magico, dove la vista spazia lungo tutto il Tavoliere delle Puglie, fino all’Abruzzo. Valentina fa vini biologici (lavora seguendo i cicli astrali), ma si sta spingendo anche verso la biodinamica e l’agricoltura sinergica. Qui, tra l’altro si può anche pernottare in deliziosi appartamentini a tema immersi tra il paesaggio e la vita della Cantina. Il denominatore comune dei vini di Valentina è la forza.

Tutto quello che ho assaggiato da lei porta con sé questa vena che riporta alla terra, accarezzata dai venti marini così vicini. Gli ettari vitati sono 42 e, a questi, se ne aggiungeranno presto un’altra dozzina di nuovo impianto. I principali vitigni sono Falanghina, Bombino, Fiano, Greco di Tufo e, naturalmente il principe: il Nero di Troia. Cosìsono è un nero in purezza, Puglia Igt. Com’è? Come dice il nome: cosìsono. Nasce da vecchie vigne piantate a circa 180 metri sul livello del mare su un altopiano alle pendici del Parco Nazionale del Gargano. Il vino è fruttato, rotondo con un corpo pieno e morbido bilanciato dalla sapidità del terreno, perfetto per piatti di carne e formaggi stagionati. Non è l’unico Nero di Troia che fa Valentina. L’altro del quale vorrei parlarvi è Rosa terra, un rosato non filtrato da Nero di Troia in purezza che affina sulle fecce nobili per cinque mesi. Floreale, fruttato, minerale, piacevolissimo è una delle espressioni più femminili e raffinate di questo vitigno da gustare con primi piatti, pesce e formaggi morbidi.
Indirizzo: località Posta Nuova, Apricena (Foggia)
 
CANTINA LE GROTTE
Poco distante da Valentina Passalacqua si trova quest’altra cantina che nasce anche questa volta da una famiglia impegnata nella lavorazione dei marmi. Siamo sempre ad Apricena. Qui incontriamo un altro Nero di Troia in purezza che fa solo acciaio e che si presenta nel bicchiere con un bel colore rosso intenso, un bouquet speziato che ricorda le more e che ben si abbina a salumi e formaggi stagionati.
Indirizzo: San Nazario km 4, Apricena (Foggia) ALBERTO LONGO
Chiacchierare con Alberto di vino è come fare un tuffo nella storia di un luogo. Alberto è un degli uomini più innamorati della sua terra che io conosca. Siamo a Lucera, in un’azienda agricola dell’Ottocento ristrutturata. Attorno una distesa di vigneti a Falanghina, Montepulciano, Bombino bianco e Nero di Troia, oltre che una grande quercia del XIII secolo. «Ci sono manoscritti che attestano come la Cantina fosse attiva dal 1906 e condotta dai cavalli, un’importante famiglia della città», ci ha spiegato Alberto mostrandoci il pezzo forte dell’azienda: la barricaia. Poco lontano da qui Alberto Longo si è fatto carico della valorizzazione di un altro luogo storico: la Masseria Celentano, un antico luogo mantenuto tale e quale a una volta (solo più comodo) dove esaltare la cultura contadina di un tempo. Proprio qui, in un’indimenticabile cena con Alberto e la sua famiglia, ho assaggiato il suo Rosè della Quercia Extra Dry, chiamato così per via della grande quercia che c’è al centro del vigneto. Siamo davanti a un rosato spumante da uve di Nero di Troia in purezza, da metodo Charmat lungo in autoclave, ottimo come aperitivo e ideale con i frutti di mare. E in cantina, grazie anche all’aiuto di un’enologa d’eccezione come Graziana Grassini, c’è anche un Metodo Classico (sempre espressione del Nero di Troia), che uscirà nel 2016-17. Fermo, fermissimo, invece Le Cruste, Nero di Troia in purezza che fermenta in acciaio dopo un contatto prolungato con le bucce, affina in botti di rovere francese, barrique e tonneaux, per almeno 12 mesi e, in bottiglia per 18 mesi. Intenso, persistente con note di mora e di prugna mature, in bocca è armonico e setoso. Si abbina a formaggi stagionati e carni, ma l’ideale è dimenticarlo in cantina per un po’ un bel po’, almeno dieci anni.
Indirizzo: strada Provinciale 5, Lucera (Foggia)
 
D’ALFONSO DEL SORDO
Un tempo, tutta San Severo era edificata sopra a cantine sotterranee. Oggi non è più così (anche se qualcuno che lavora in pieno centro storico ancora c’è), ma il vino è presente nell’anima della città. La Cantina di Gianfelice D’Alfonso del Sordo, è poco distante dal centro. Suo padre fu uno tra i primi a impiantare una vigna di Nero di Troia in questa zona che, ancora oggi è produttiva e allevata a tendone. «I suoli sono bianchi, calcarei e qui il Nero di Troia ha una personalità molto diversa da quella che assume in altre aree», ci ha spiegato. «Non ha, ad esempio, la potenza del Primitivo o del Negroamaro». San Severo è stata la prima Doc di Puglia a fregiarsi dell’avere il Nero di Troia. L’azienda si estende per 120 ettari (90 a vigneto) ed è divisa in tre Tenute dove si allevano Trebbiano, Bombino Bianco, Malvasia, Moscato, Montepulciano e Nero di Troia. E, a proposito di Nero di Troia, Casteldrione è stato il primo uvaggio di Nero di Troia in commercio nel 1962. Oggi la Cantina ha due versioni del Nero di Troia: la Riserva e Casteldrione, per l’appunto. Un vino austero, deciso, da un vigneto di 25 anni, che affina leggermente in botti di rovere francese. Grandioso il profumo di confettura di frutta rossa, con note speziate, il sapore asciutto, vellutato, armonico che lo rendono perfetto per stufati, carni rosse e formaggi stagionati. «Quando il Nero di Troia si faceva solo in blend con il Montepulciano e con il Bombino bianco, l’affinamento era quasi solo in rovere. Fino a poci tempo fa sarebbe stata impensabile una vinificazione in purezza». Indirizzo: contrada sant’Antonino, San Severo (Foggia) I MAGNIFICI 8. COSA NON PERDERE (OLTRE AL VINO)
 
1 Peschici
Il paese guarda il mare dall’alto del suo promontorio di 90 metri. Volgendo lo sguardo a Est, si possono ammirare le rocce calcaree a strapiombo nell’Adriatico che disegnano baie e calette da sogno.
 
2 I trabucchi
Sono delle spettacolari costruzioni sul mare e, un tempo, erano antiche macchine da pesca tipiche delle coste del basso adriatico tra Abruzzo e Puglia.
 
3 La foresta umbra
Per chilometri e chilometri sarete immersi un bosco infinito e vi chiederete se siete in Puglia o in Alto Adige. Si chiama umbra, da ombra. Il bosco, degrada poi dolcemente verso il mare e prima di tuffarsi nelle acque cristalline, lascia spazio agli agrumeti.
 
4 Monte Sant’Angelo
Sarete nel paese più alto del Gargano, patrimonio Unesco, in una posizione paronamica strepitosa che va dal Tavoliere, al golfo di Manfredonia. Da vedere l’Abbazia, il castello e gli eremi tutt’attorno. Un tuffo nella spiritualità.
 
5 Mattinata
Un gruppo di case bianche (la città è chiamata anche farfalla bianca) circondate da un meraviglioso, enorme uliveto.
 
6 Lago di Lesina
La gita in barca su questo piccolo laghetto non è un affare per turisti. Val la pena di farla perché le curiosità sono tante. Qualche esempio? Navigherete in un lago-laguna antichissimo (sono stati ritrovati resti  umani di risalenti a 1 milione e mezzo di anni fa) e , soprattutto, su 70 centimetri di acqua. Già, questo è il lago meno profondo del mondo! Gli animali che lo popolano? Pesci di ogni genere, ma soprattutto anguille!
 
7 Lucera
Elegante, giovane, vivace. Questa è Lucera che però offre al visitatore anche la sua cattedrale, un edificio maestoso, edificato nel Trecento, sui resti di una moschea.
 
8 San Severo
Non tutti forse sanno che San Severo è una cittadina che sorge sopra a decine e decine di cantine sotterranee. Un tempo, infatti, San Severo era uno dei luoghi vinicoli d’Italia più noti e produttivi. Ancora oggi c’è chi ha scelto di lavorare con tutte le difficoltà del caso, ma anche conservando il fascino, nel cuore del paese e totalmente sottoterra. Per capire quello che sto dicendo, vi consiglio una visita e un assaggio degli spumanti di D’Araprì. E PER I PECCATI DI GOLA…I 6 INDIRIZZI PERFETTI
 
A PESCHICI
1 La Chiusa delle More
Una masseria immersa in un bosco di  faggi secolari, dove la colazione è un trionfo tra il dolce e il salato. Tutto rigorosamente fatto a mano
2 Porta di Basso
Domenico Cilenti è chiamato “il geometra dei fornelli”. Qui si prova un menu tutto a base di materie prime ricercatissime. Provare per credere.
 
A MATTINATA
3 Agriturismo Giorgio
A pochi passi dal mare si può gustare un pranzo tutto a base di extravergine di oliva prodotto dai proprietari.

A LESINA
4 Le antiche sere
Siamo nel paradiso dell’anguilla che Nazario e Lucia, lui in sala e lei a fornelli, sanno proporre in svariate versioni.

A SAN SEVERO
5 Masseria Celentano
Una notte qui significa un salto all’indietro nel tempo. Albero Longo, produttore di vino, l’ha ristrutturata completamente senza toglierne il fascino, anzi, aggiungendone.

A LUCERA
6 Il Cortiletto
In un’antica dimora nobiliare, Paolo Laskavy propone un menu genuino e tutto territoriale.


Per informazioni: Movimento turismo del vino di Puglia
Testo e foto a cura di Elena Caccia

 

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