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Panico da allergie alimentari per mamme e papà

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Quello che si mangia durante la gravidanza e l'allattamento può aumentare il rischio di sviluppare allergie nei bambini? Quali cibi si possono ingerire e quali no? Il panico è motivato? 

 

Il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Centers for Disease Control and Prevention), che ha sede ad Atlanta (USA), ha riscontrato un aumento del 18% delle allergie alimentari in soli dieci anni, tra il 1997 e il 2007. Un dato che rende giustificato il panico da allergie alimentari. In particolare sono i genitori e i futuri genitori a temere per i propri figli, molte mamme sono preoccupate che quello che mangiano durante gravidanza e allattamento possa aumentare il rischio di sviluppare forme allergiche nel bambino.
 
Studi scientifici riportano risultati contrastanti: alcuni ritengono che assumere determinati cibi durante gravidanza o allattamento possa realmente aumentare il rischio di sviluppare allergie nel bambino, mentre altri si esprimono in modo contrario. Per esempio uno studio recentemente pubblicato sul Giornale di Allergie e Immunologia Clinica (Journal of Allergy and Clinical Immunology) si  esprime contro il panico da allergia e sostiene che i figli delle madri che assumono in gravidanza noci e noccioline una o più volte la settimana hanno una minore possibilità di sviluppare allergie e sindromi asmatiche che figli di donne che questi alimenti non li hanno mai mangiati. Inoltre nel 2008 l'Accademia Americana di Pediatria (American Academy of Pediatrics) ha affermato che non esistono prove che sostegno che evitare l'assunzione di alcuni cibi durante la gravidanza elimini o riduca il rischio di sviluppare allergie nel bambino.
 
Il Dottor Levenstein, pediatra e membro del Consiglio Scientifico Consultivo dela Commissione Nazionale delle Arachidi (Scientific Advisory Council of the National Peanut Board), a questo proposito ha detto: “La verità è che non sappiamo esattamente come e perché le allergie alimentari si sviluppino in alcuni bambini e non in altri. Sappiamo che i bambini possono diventare sensibili ad alcuni cibi della dieta della madre, ma questo non equivale a un'allergia alimentare.
 
I risultati degli studi, inoltre, variano a seconda del progetto di studio, della popolazione considerata, il numero di persone coinvolte e ovviamente di come le allergie alimentari vengono definite. Spesso il termine allergia, sostiene il dottor Levenstein, è usato sia per riferirsi ad allergie vere e proprie, sia per le intolleranze.
 
In attesa che ci siano studi che comprovino una diretta relazione tra cibi ingeriti durante la gravidanza e lo sviluppo di forme allergiche nei bambini la cosa migliore da fare secondo la dietista Laura Cipullo è mangiare di tutto. Variare la propria dieta in gravidanza e magiare molta frutta e verdura, carni magre, riso, pasta, latticini e anche grassi monoinsaturi come quelli che si trovano in noci e nocciole.
 
Laura Cipullo consiglia di assumere i cibi che si temono, quelli per cui il bambino potrebbe sviluppare forme allergiche, ogni quattro-cinque giorni così che l'antigene non sia presente nel corpo la volta successiva in cui si mangia quell'alimento, un metodo nato per aiutare chi soffre di intolleranze alimentari e che può tranquillizzare un po' i futuri genitori. Ovviamente se si soffre di allergie alimentari è bene continuare a evitare l'alimento che provoca l'allergia ed è consigliabile evitare anche gli alimenti cui è allergico il futuro padre.
 
Fonte: foxnews.com
di Maria Spadaro 

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