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Rivoluzioni in cucina. Quando la pentola divent� a pressione

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Ideale per cuocere rapidamente gli alimenti, la pentola a pressione oggi è un utensile più che comune nelle nostre cucine. Ma a chi risale la sua invenzione? Per arrivare al primo prototipo della pentola a pressione, bisogna ritornare al Seicento e all'ingegnoso matematico e fisico francese di nome Denis Papin

Ideale per cuocere rapidamente gli alimenti, grazie alle alte temperature che si generano al suo interno, la pentola a pressione oggi è un utensile più che comune nelle nostre cucine. Ma a chi risale la sua invenzione? Già in tempi molto antichi – stiamo parlando dell’Alessandria d’Egitto del II secolo – si trova testimonianza di alcuni sistemi primitivi, che possono essere considerati degli “antenati” della cottura a pressione. Per arrivare, però, al primo prototipo della pentola a pressione come la conosciamo oggi, bisogna aspettare il Seicento inoltrato: a un ingegnoso matematico e fisico francese, di nome Denis Papin, è attributo, infatti, l’invenzione di questo innovativo sistema.
 
«Il presente digestore rende digeribili molte quantità di cibi, tra cui le carni più dure». Con questa promettente scritta fu presentato nel 1679 il brevetto della pentola a pressione, all’epoca chiamato “digesteur” (digestore). Secondo l’inventore questo tegame - da alcuni ribattezzato anche marmite de Papin o ancora bain maire à vis - aveva soprattutto il merito di rendere più digeribili i cibi. Il suo aspetto? Un cilindro di circa 16 centimetri di diametro e 18 di altezza, dotato di apposito coperchio ermetico con valvola di sicurezza pensata per creare una forte pressione all’interno.
 
Due in particolare erano, infatti, le innovazioni concepite da Papin: l’utilizzo della pressione per saldare il coperchio e la valvola appunto di sicurezza, rimasta pressochè invariata nel corso dei secoli. Intuendo la relazione vincente tra la pressione e la temperatura, il buon Papin era riuscito a ottenere un equilibrio perfetto tra il vapore liquido e le temperature superiori ai 100°C. Tra i suoi obiettivi vi era quello di aiutare la popolazione più indigente a trarre nutrimento anche dagli alimenti più poveri.
Sfortuna vuole però che il digesteur, all’epoca utensile troppo costoso (specialmente per chi ne avrebbe beneficiato di più), non ebbe alcun successo commerciale finchè il povero Papin fu in vita. Abbandonata nel dimenticatoio  per secoli, l’invenzione della pentola a pressione fu rispolverata finalmente dai tedeschi della Silit che attorno al 1927 commercializzarono il loro modello, in un periodo però di grande tumulto, ovvero tra una guerra e l’altra.
 
Visto il momento però e la conseguente e ingente domanda di metallo e manodopera, nonché di fabbriche impegnate in sforzi bellici, la Germania dirotta tutte le sue risorse nella produzione di armi. È solo con la fine della seconda guerra mondiale che per la pentola a pressione le sorti si fanno favorevoli. Fu solo con l’avvento dell’acciaio inossidabile in Germania ci fu una vera impennata nella vendita di questo prodotto, mentre in Francia la ditta SEB brevettò un modello migliorato, cambiandone pure il nome in “cocotte minute”. Una volta risolto e perfezionato lo scopo primario, quello di cucinare con il vapore, a partire dagli anni ’50 l’attenzione fu sempre più verso la questione estetica: con il passare del tempo i modelli di pentola a pressione diventarono sempre più ergonomici e moderni, fino ad arrivare a quelli all'avanguardia di oggi con tanto di display programmabile.
 
Di Alessandra Cioccarelli

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