Veg, paleo, dieta mediterranea e junk food. Il nuovo scenario alimentare
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In che direzione sta andando l’alimentazione? Se lo sono chiesti Diletta Sereni e Daniele Dodaro, co-founder di Squadrati, società di ricerche di mercato, che alla libreria milanese Open, hanno presentato l’ultima ricerca sociale e di mercato: Paleo, veg, dieta mediterranea, junk food. Quadrato semiotico degli stili alimentari
In che direzione sta andando l’alimentazione? Quanti e quali sono i profili di consumatori attualmente presenti? Se lo sono chiesti Diletta Sereni e Daniele Dodaro, co-founder di Squadrati, società di ricerche di mercato, che lunedì 11 maggio hanno presentato, presso la libreria milanese Open, l’ultima ricerca sociale e di mercato: Paleo, veg, dieta mediterranea, junk food. Quadrato semiotico degli stili alimentari. Un’indagine che, in occasione di Expo 2015, fotografa consumi e tendenze del nostro Paese.
Vegetariani, vegani, crudisti, ma anche seguaci della dieta senza muco, della macrobiotica, alcalina e di recente della paleo dieta. I regimi alimentari alternativi alla dieta mediterranea si moltiplicano e le persone ridefiniscono, insieme alle scelte di consumo, anche la loro identità. Ecco i quattro profili in cui si articola il quadro semiotico realizzato dagli Squadrati:
VEG VS. PALEO
Nella parte inferiore del quadrato si trovano due tendenze alimentari emergenti e contrapposte, che animano le discussioni su web e social network: le diete veg (vegetariane e vegane) e la dieta paleo.
Più orientata verso motivazione etiche ed ecologiche è la grande famiglia delle diete veg, che include fruttarismo, dieta macrobiotica, crudista, vegana e vegetariana. Scelte alimentari che prevedono tutte la riduzione o l’eliminazione di prodotti animali e che interessano ben il 7,1% degli italiani (dati Eurispes).
In opposizione a questa famiglia, è l’alimentazione paleo mossa da ragione meno etiche e più individualistiche: stare bene e in forma, eliminando i carboidrati in modo da contrastare l’iper-glicemia. Alla base di questo modello alimentare c’è l’idea di riproporre i consumi dell’uomo paleolitico, ovvero un uomo cacciatore-raccoglitore e non coltivatore e allevatore. Al bando quindi zuccheri e carboidrati ma anche legumi e latticini, alimenti “figli del Neolitico”.
Queste due tendenze sono, però, accomunate dalla ricerca di cibi anti-industriali e non processati.
DIETA MEDITERRANEA VS. JUNK FOOD
Nella parte alta del quadrato trovano invece posto i regimi alimentari più consolidati, seppur non statici. Stiamo parlando della celebre dieta mediterranea e del junk food.
La dieta mediterranea nasce dall’universalizzazione delle usanze alimentari italiane, che priviliegiano il consumo di verdure e cereali a quello di carne e grassi. Di recente però questo modello ha introdotto una diversificazione tra cereali integrali, ritenuti migliori, e quelli raffinati, da assumere con moderazione. Un insight, insomma, vicino al mondo veg.
L’attenzione, in alcuni casi una vera e propria ossessione, per l’alimentazione sana ha avuto anche una ripercussione sul junk food. Negli ultimi tempi si sta affermando da parte di alcuni consumatori la tendenza a non vivere fast food e street food come un guilty pleasure ma come una ricerca della gratificazione immediata e una resistenza orgogliosa alla corrente salutista: il “junk food consapevole”.
di Alessandra Cioccarelli
In che direzione sta andando l’alimentazione? Quanti e quali sono i profili di consumatori attualmente presenti? Se lo sono chiesti Diletta Sereni e Daniele Dodaro, co-founder di Squadrati, società di ricerche di mercato, che lunedì 11 maggio hanno presentato, presso la libreria milanese Open, l’ultima ricerca sociale e di mercato: Paleo, veg, dieta mediterranea, junk food. Quadrato semiotico degli stili alimentari. Un’indagine che, in occasione di Expo 2015, fotografa consumi e tendenze del nostro Paese.
Vegetariani, vegani, crudisti, ma anche seguaci della dieta senza muco, della macrobiotica, alcalina e di recente della paleo dieta. I regimi alimentari alternativi alla dieta mediterranea si moltiplicano e le persone ridefiniscono, insieme alle scelte di consumo, anche la loro identità. Ecco i quattro profili in cui si articola il quadro semiotico realizzato dagli Squadrati:
VEG VS. PALEO
Nella parte inferiore del quadrato si trovano due tendenze alimentari emergenti e contrapposte, che animano le discussioni su web e social network: le diete veg (vegetariane e vegane) e la dieta paleo.
Più orientata verso motivazione etiche ed ecologiche è la grande famiglia delle diete veg, che include fruttarismo, dieta macrobiotica, crudista, vegana e vegetariana. Scelte alimentari che prevedono tutte la riduzione o l’eliminazione di prodotti animali e che interessano ben il 7,1% degli italiani (dati Eurispes).
In opposizione a questa famiglia, è l’alimentazione paleo mossa da ragione meno etiche e più individualistiche: stare bene e in forma, eliminando i carboidrati in modo da contrastare l’iper-glicemia. Alla base di questo modello alimentare c’è l’idea di riproporre i consumi dell’uomo paleolitico, ovvero un uomo cacciatore-raccoglitore e non coltivatore e allevatore. Al bando quindi zuccheri e carboidrati ma anche legumi e latticini, alimenti “figli del Neolitico”.
Queste due tendenze sono, però, accomunate dalla ricerca di cibi anti-industriali e non processati.
DIETA MEDITERRANEA VS. JUNK FOOD
Nella parte alta del quadrato trovano invece posto i regimi alimentari più consolidati, seppur non statici. Stiamo parlando della celebre dieta mediterranea e del junk food.
La dieta mediterranea nasce dall’universalizzazione delle usanze alimentari italiane, che priviliegiano il consumo di verdure e cereali a quello di carne e grassi. Di recente però questo modello ha introdotto una diversificazione tra cereali integrali, ritenuti migliori, e quelli raffinati, da assumere con moderazione. Un insight, insomma, vicino al mondo veg.
L’attenzione, in alcuni casi una vera e propria ossessione, per l’alimentazione sana ha avuto anche una ripercussione sul junk food. Negli ultimi tempi si sta affermando da parte di alcuni consumatori la tendenza a non vivere fast food e street food come un guilty pleasure ma come una ricerca della gratificazione immediata e una resistenza orgogliosa alla corrente salutista: il “junk food consapevole”.
di Alessandra Cioccarelli