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Chef

Igles Corelli

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Passione e curiosità, ricerca e confronto continuo. Sono questi gli stimoli che animano un instancabile sperimentatore come chef Igles Corelli esempio perfetto di come la cucina italiana possa puntare costantemente all’innovazione senza mai dimenticare la tradizione. Questo perché, prima ancora che un cuoco, Igles Corelli è un appassionato. Un uomo che nella vita non si ferma mai.

Pur avendo raggiunto grandi successi, lo chef ferrarese è sempre pronto a farsi guidare dalla curiosità e dalla passione e non può fare a meno di ricercare e confrontarsi: è così che nasce la sua grande creatività.

Non a caso, colui che è considerato uno dei cardini della tradizione gastronomica italiana è anche uno dei più grandi innovatori. Prova ne è il ristorante Atman a Lamporecchio: il suo regno attuale è dotato di una cucina super tecnologica, con tutti gli ultimi ritrovati della tecnica.


QUESTIONARIO DI PROUST. L'UOMO

 
Il tratto principale del tuo carattere
Molto tranquillo
La qualità che desideri in un uomo
Che sia rock
La qualità che preferisci in una donna
Che sia rock
Il tuo difetto più grande
Molto permaloso
Il tuo sogno di felicità
3 stelle Michelin
L’ultima volta che hai pianto
Pochi giorni fa
Il giorno più felice della tua vita
Quando sono i miei figli
E il più infelice
La morte di mia madre
Il paese dove vorresti vivere
Aruba
Il tuo autore preferito
Tonino Guerra
Il film cult
Zorro
Il dono di natura che vorresti avere
Giocare a calcio, ma sono una schiappa
La colpa che t’ispira maggior indulgenza
Se uno ce l’ha messa tutta prima di sbagliare
Stato d’animo attuale
Basso
Il tuo motto
L'importanza è mescolare



IN CUCINA. IL CUOCO


 
Il tuo primo ricordo in cucina
Una faraona ai carciofi
Tre aggettivi per definire la tua cucina
Rock, non banale, istintiva
Gli ingredienti a cui non puoi rinunciare
La cacciagione
Il tuo cavallo di battaglia
Germano reale con salsa al mandarino e caffè
Il tuo più grande successo
2 stelle Michelin
Parliamo di contaminazioni. Cosa è entrato a far parte della tua cucina
Tutto quello che è buono
Il momento più difficile nella tua carriera
Direi il 2004, quando per fare il reality con Antonella Clerici, ho lasciato il mio ristorante
Turismo gastronomico. Le tue mete preferite
In Italia Baiocco e Vissani
Immagina la tua serata perfetta: un piatto di…e un bicchiere di…
Una cacciagione che sappia sorprendermi con un buon vino francese
Come si ottiene una brigata perfetta
Anni, anni e anni
L’ospite che sogni e quello che eviti
Un giornalista o, perché no, il direttore della Guida Michelin. Evito volentieri invece i presuntuosi gastronomici
Chi sono stati i tuoi maestri
Sono un autodidatta
Quando esci a cena, dove vai a mangiare
A Lucca al Giglio, a Pescia Sotto i Portici
Il sogno nel cassetto
3 stelle Michelin
La ristorazione italiana. Punti di forza e debolezza
Punti di forza sicuramente le materie prime, di debolezza il fatto che copiamo sempre gli altri

 

Chi è Igles Corelli

Nato nel ‘55 ad Argenta, provincia di Ferrara, Igles Corelli è cresciuto seguendo modelli del calibro di Nino Bergese, il celebre cuoco dell’aristocrazia italiana, del suo erede Valentino Marcattilii e, inevitabilmente, del grande Gualtiero Marchesi.
Negli anni Ottanta ottiene fama nazionale e internazionale come chef dell’ormai famosissimo ristorante Trigabolo di Argenta. Alla guida di una brigata che ha sfornato alcuni dei migliori cuochi contemporanei, Igles Corelli ha conquistato due stelle Michelin, ma soprattutto ha condotto per mano la cucina italiana nel futuro. Sono gli anni in cui ha dato vita anche a Saperi e Sapori, un’associazione culturale con l’obiettivo di promuovere la cultura del piacere a tavola e dintorni: con la relativa manifestazione annuale ha permesso l’incontro e il confronto tra cuochi provenienti da tutta Italia e dal mondo e avvicinato il pubblico agli chef.

L’apertura del primo ristorante di proprietà è stato il secondo step fondamentale nella sua carriera. La Locanda della Tamerice, nelle valli di Ostellato, ha segnato un ulteriore avanzamento della sua ricerca culinaria. In una delle oasi naturalistiche più belle d’Italia, Igles Corelli ha sviluppato uno stile tutto suo: partendo dalle materie prime offerte del territorio e lavorando su accostamenti arditi, ha creato piatti fantasiosi ed eclettici. Anche in questo caso la guida Michelin ha premiato il suo lavoro riconoscendogli una stella.

Dal 2010 il suo regno è il ristorante Atman. Aperto prima a Pescia, attualmente è incastonato nella splendida cornice di Villa Rospigliosi a Lamporecchio, provincia di Pistoia. In questa meravigliosa architettura classica, progettata dal genio artistico del Bernini, chef Corelli ha collocato una cucina altamente tecnologica. Un abbinamento che non contrasta: classicità e modernità sono due realtà diverse che grazie alla sua sapiente mano si sposano perfettamente, come gli ingredienti dei suoi piatti.
Il sogno? Le tre stelle Michelin.
 

La filosofia: Cucina Garibaldina e Cucina circolare.

Secondo Igles Corelli, rendere il proprio stile unico e riconoscibile è il massimo dell’innovazione a cui può aspirare un cuoco. Per fare ciò non basta la pura conoscenza tecnica: è necessario trasformare la propria personalità e l’esperienza individuale in ricette commestibili. Si è davvero creativi quando si riesce a mettere qualcosa di se stessi nel piatto. E la forza creativa e innovativa di Igles Corelli, uomo e chef, è chiaramente dimostrata dal fatto che a lui e al suo stile inconfondibile sono riconducibili, non una, ma ben due definizioni: cucina Garibaldina e cucina circolare.
La sua impronta culinaria è stata spesso definita “cucina garibaldina” perché il cuoco ferrarese ha sempre fortemente creduto nella valorizzazione del territorio e dei prodotti tipici italiani. Secondo Igles Corelli non è possibile sfuggire alle radici e all’appartenenza culturale: è impossibile sperimentare e contaminare senza le solide fondamenta rappresentate dalle eccellenze di tutta Italia. Nella sua cucina anche l’utilizzo di ingredienti esotici e lontani dalla tradizione nostrana concorre all’esaltazione dei sapori ferraresi e italiani.

Negli anni questo stile si è ulteriormente evoluto ed è cambiato l’approccio al prodotto. Gli occhi dello chef vedono davanti un’entità complessa che è composta da diverse parti che possono essere prese e lavorate singolarmente per ottenere svariate ricette o culminare in un piatto unico. Nulla viene tralasciato e niente buttato: tutto si trasforma. E’ un processo ciclico, da qui il termine cucina circolare, in cui si passa da un’entità complessa a una semplificazione che a sua volta è il punto di partenza di nuove entità più complesse. Un moto perpetuo che rappresenta al meglio Igles Corelli come uomo e come chef: mai banale e sempre proiettato verso il futuro. 

 

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