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Alla scoperta della Lucania

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Numerose e suggestive sono le ricchezze archeologiche della Basilicata, che testimoniano un passato glorioso e millenario e permettono un viaggio indietro nel tempo, alla scoperta delle radici storiche e culturali di questa regione, tanto affascinante quanto poco conosciuta

SCHEDA ITINERARIO

Molteplici e suggestivi sono i centri e i siti archeologici della Basilicata, che testimoniano un passato glorioso e antichissimo. Tra i numerosi viaggi possibili in questa regione, tanto splendida quanto poco conosciuta, merita un particolare interesse l'itinerario archeologico, volto a scoprire e conoscere da vicino le più antiche radici storiche e culturali di questa affascinante regione.

MATERA. IL MUSEO NAZIONALE DI DOMENICO RIDOLA
La prima tappa di questo viaggio indietro nel tempo non può che essere Il Museo Nazionale Domenico Ridola a Matera. Istituito il 9 febbraio 1911, ha avuto origine grazie alla donazione allo Stato della collezione di reperti archeologici, raccolti dal Senatore Ridola, durante la sua attività di ricerca. Il primo nucleo del museo venne collocato nel seicentesco ex-convento delle clarisse e conteneva materiali dal Paleolitico all'età del Bronzo. Più tardi vennero aggiunte nuove sale al Museo e fu inaugurato un nuovo allestimento dedicato ai reperti di varie zone del materano. Con l'espandersi della sua collezione interna il museo ha subito una nuova modifica strutturale e attualmente sono conservati all'interno dell'edificio i reperti di età preistorica raccolti dal Ridola insieme ai recenti e importanti rinvenimenti di Trasano, tra cui un raro forno databile al Neolitico Antico.

BERNALDA - METAPONTO: IL PARCO ARCHEOLOGICO
Visitato il Museo di Domenico Ridola, una sosta obbligata per un viaggio alla scoperta dell'archeologia lucana è sicuramente il Parco Archeologico di Metaponto, una bellissima zona archeologica sul golfo di Taranto, collocata tra le foci dei fiumi Bradano e Basento. Il  suggestivo sito dell'antica Metapontion, risalente al VI secolo, conserva quanto si è salvato dalle continue spoliazioni del passato, ovvero un centro abitato con planimetria regolare, formata da isolati allungati, con una plateia (l'asse viario principale) e strade perpendicolari secondarie. Vi sono resti di mura, un teatro costruito su un terrapieno artificiale, la necropoli di Crucinia, caratterizzata dalla monumentalità delle sepolture, che comprende i resti del santuario dedicato ad Apollo Licio e l'attigua Agorà. Qui sono situati quattro templi: ill tempio di Atena, il tempio di Apollo, i resti del tempio di Hera in stile dorico e il tempio dedicato ad Afrodite. Si conservano anche due fornaci nel quartiere dei vasai e il castrum romano, costruito forse per ospitare la guarnigione. Si possono inoltre ammirare i resti di una chiesa paleocristiana con battistero.

GRUMENTO NOVA: L'AREA ARCHEOLOGICA DI GRUMENTUM
Di grande interesse è anche il Parco Archeologico di Grumentum, poco distante da Grumento Nova. I resti della vecchia città, sorta probabilmente nel corso dei III secolo a.C, si trovano su una collinetta alla confluenza fra il torrente Sciaura e il fiume Agri, in una posizione di grande privilegio all'interno della viabilità antica. L'antica città era circondata da una cinta muraria lunga tre chilometri con sei porte. Dei resti della Grumentum romana restano visibili tre complessi monumentali. Il primo complesso è costituito da un teatro dell'età augustea, da due tempietti di età imperiale e da una domus patrizia, la casa dei mosaici, così chiamata per i pavimenti musivi di alcuni ambienti. Il secondo complesso corrisponde invece all'area del Foro antico. Sul lato nord sorge il cosiddetto Capitolium e sul lato sud il presunto Cesareo. Il terzo complesso è costituito infine dai resti dell'anfiteatro, costruito nel I secolo a.C. e modificato in età imperiale.

VENOSA E GLI SCAVI ARCHEOLOGICI

Il Parco archeologico di Venosa conserva le antiche memorie di un centro che vive ancora oggi con i suoi magnifici monumenti, importante testimonianza di un passato antichissimo e glorioso. Ben visibile è una strada, con resti cospicui della pavimentazione, che circoscrive l’area delle terme, databili al II-III secolo d.C. Della ricca decorazione musiva, che copriva i pavimenti dell’edificio termale, restano pochi frustuli solo nel frigidarium, con la rappresentazione di Teti che tiene il timone. Nella stessa zona in epoca paleocristiana venne edificata una basilica, databile al V secolo d.C., cui era annessa una necropoli, che fece dimenticare i quartieri abitativi di epoca imperiale.
Dalla parte opposta della strada moderna, che costeggia gli scavi, si trovano resti dell’anfiteatro, ripetutamente scavato a partire dall’ottocento. Nel castello medievale, al centro della città moderna, sono infine raccolti i materiali archeologici provenienti dagli scavi urbani e dai dintorni.

L'AREA ARCHEOLOGICA DI TRICARICO

L'ultima tappa di questo viaggio alla scoperta dell'archeologia lucana è Tricarico, dove numerosi siti e un ricco sistema viario tra la costa ionica e tirrenica testimoniano un'intensa presenza umana in epoca antica. Di grande rilievo in particolare sono le due città fortificate, ubicate nelle località Serra del Cedro e Piano della Civita, che fanno parte del sistema dei centri fortificati costruiti dai lucani nel IV sec. a.C., per proteggere le comunità in occasione dei periodici scontri con le colonie greche. 

DI Alessandra Cioccarelli

TRA STORIA E BUONA TAVOLA

Nel corso di questo viaggio alla scoperta dell'archeologia lucana non può mancare una sosta culinaria per soddisfare non solo la sete di cultura ma anche deliziare il palato. Un ideale itinerario tra le specialità enogastronomiche della Basilicata non può che partire da sua maestà il vino Aglianico del Vulture. Doc dal 1971, l'Aglianico è uno dei vini più pregiati e raffinati del panorama enologico internazionale.
L'Aglianico è il complemento ideale per accompagnare la soppressata, qui chiamata soperzate (le più famose sono quelle di Lagonegro, Lauria e Tricarico), il salame pezzente e la famosa lucanica diventata, in molti dialetti del nord Italia luganega, un tipo di salsiccia il cui nome deriva proprio dalla parola Lucania. 
Specialità della Basilicata sono poi i peperoni rossi essiccati, particolarmente noti sono quelli di Senise, che hanno ottenuto il marchio Igo. Tra i formaggi i più tipici sono il canestrato e il casieddu di Moliterno, il pecorino di Filiano, gli ottimi caciocavalli. Ricca e varia è anche la scelta di dolci: le ncartellate, i calzoni, le copete... La lavorazione artigianale della pasta produce inoltre numerose forme originali dal grano duro locale: cavatelli, strascinati, minnicchi, macquarnare solo per citarne alcune. 

Una vacanza in Basilicata è davvero un'ottima occasione sia per deliziare il palato con prelibatezze golose e sia per scoprire bellezze archeologiche di grande fascino in una cornice paesaggistica unica e imperdibile!



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