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I Nobel del Gruppo Italiano Vini

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Chi vince un Nobel è un fuoriclasse. Il Gruppo Italiano Vini ha preso spunto da questo concetto: raccontare l’eccellenza di alcune etichette attraverso le storie delle cantine e delle donne e degli uomini che ci lavorano

Chi vince un Nobel è un fuoriclasse. Che sia nel campo della medicina o della letteratura, la donna o l’uomo che ricevono questo riconoscimento si sono distinti per aver fatto qualcosa di speciale e, per tale ragione, passano alla storia. Il Gruppo Italiano Vini la più grande azienda vitivinicola italiana, ha voluto puntare proprio ha preso spunto da questo concetto: raccontare l’eccellenza di alcune etichette attraverso le storie delle cantine e delle donne e degli uomini che ci lavorano. «Siamo una realtà grande, articolata», ha detto Roberta Corrà, direttore generale del Giv durante la presentazione del progetto al Westin Palace di Milano. «Presentiamo per la prima volta, insieme, le nostre punte di diamante, i nostri “vini Nobel”, quelli che sono stati più premiati dalle Guide enologiche». La degustazione, guidata dal sommelier Ais Luisito Perazzo, è stata un viaggio in tutta l’Italia del vino che conta: dalla Lombardia, al Veneto, alla Sicilia, passando per Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Basilicata e Puglia. Interessante e nuova, la modalità di racconto del vino, introdotto dalla voce di un attore che anticipava l’assaggio citando la frase di un Nobel.

Il viaggio è iniziato dai giganti: i grandi rossi della Valtellina a base Nebbiolo: lo Sfurzat 5 Stelle e con il Valtellina Superiore Vigneto Fracia della Nino Negri. Non tutti forse sanno che il versante a Sud della Valtellina è un unico vigneto terrazzato di 60 chilometri difeso, coltivato e protetto da due mila vignaioli; come suggerisce il Nobel per la Pace (1907) Ernesto Moneta, la Valtellina, terra di confine, di secolari contrasti nazionali e religiosi, attraverso il vino è oggi testimone di un virtuoso scambio fra popoli. Rita Levi Montalcini (Nobel per la Medicina nel 1986) e la sua celebre frase “Meglio aggiungere vita ai giorni che giorni alla vita”, è stata invece la testimonial scelta per rappresentare la Tenuta Santi, in Valpolicella, in Veneto. Siamo nella terra dell’Amarone, vino che qui può nascere proprio grazie alla ventilazione speciale chiusa dall’Adige e al microclima influenzato dal Garda e dai monti Lessini. Qui nasce Proemio, Amarone della Valpolicella Classico Doc 2008. Sempre in tema Amarone ecco arrivare dalla Cantina Bolla, che nasce a Soave nel 1883, Le Origini. A spiegarci il senso di questo vino nientedimeno che le parole di Renato Dulbecco (Nobel per la Medicina nel 1975): “Non bisogna aver paura di sapere, ma sempre ricercare, volere e conoscere”. Le origini nasce, infatti, dopo anni e anni di ricerca.

Per uno spumante rosè si va in Emilia Romagna per scoprire, attraverso le parole di Dario Fo “La vita è una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegria e libertà” (Nobel per la Letteratura nel 1997), Rosè del Cristo, un Lambrusco diverso! Giusuè Carducci (Nobel per la Letteratura nel 1906) è invece il portavoce del Chianti La Selvanella delle Fattorie Melini. Siamo naturalmente in Toscana e alle prese con un vitigno cresciuto precisamente in una vigna mappata (fu uno dei primi in Italia) nato nel 1969 da un terreno al limitare del bosco. Franco Modigliani, premio Nobel per l’Economia nel 1985 con le parole “Le persone non hanno grandi idee, sono le grandi idee ha incontrare le persone”, presenta Luna Mater, un Frascati Docg di Fontana Candida, vino emblema delle ville romane fuori porta.

Il pensiero di un altro gigante (della Fisica, Nobel nel 1984), Carlo Rubbia, introduce Serpara, Aglianico del Vulture; siamo in una terra dal ventre di fuoco che domina la Basilicata e questo grande Aglianico nasce da uve provenienti da una sola vigna. Dalla stessa Cantina nasce anche un altro grande: Re Manfredi, un Aglianico che rende omaggio al figlio di Federico II di Svevia che cadde in battaglia difendendo i suoi ideali. In questo caso il cantore è Eugenio Montale (Nobel per la Letteratura nel 1975) e alle sue parole: “Io sono qui perché ho scritto poesie, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo”. Con Artas, il Primitivo, arriviamo nel Salento. L’ispirazione arriva da Enrico Fermi (Nobel per la Fisica nel 1938) e alla differenza tra misura e scoperta (quando il risultato è contrario alle ipotesi). Ebbene, per fare una scoperta occorre anche l’amore e, dall’amore, è nato questo vino che rimanda al re dei Messapi, fieri abitanti del Salento. Luigi Pirandello e la sua visione del galantuomo (Nobel per la Letteratura nel 1934) e il verso mitico di Salvatore Quasimodo (Nobel per la Letteratura nel 1959) “Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera”, sono e fonti di ispirazioni dei vini della siciliana Rapitalà e di Hugonis e Grand Cru. Il viaggio finisce qui. Ve lo abbiamo raccontato perché sia d’esempio: il vino, la letteratura, le scienze, la geografia, la storia sono un tutt’uno. Questo emoziona, soprattutto, quando si stappa una bottiglia. TASTING FOR YOU

VALTELLINA - LOMBARDIA
Nino Negri
Sfursat 5 Stelle, Sforzato di Valtellina Docg 2011
Chiavennasca in purezza, si chiama così il Nebbiolo in Valtellina. Prodotto solo nelle annate d’eccellenza. Titanico, incredibile, elegantissimo, profumi di prugna sotto spirito e tabacco, note speziate che ricordano il caffè. Un finale che non lascia parole. Da lasciare in cantina a lungo e scoprire in un’occasione speciale.
Vigneto Fracia, Valtellina Superiore Docg 2011
Colore granato, vivo con qualche sfumatura aranciata. Profuma di fiori appassiti e ricorda la confettura di more. Asciutto, caldo, sapido. Da bere dopo almeno sette o otto anni dalla vendemmia.

VALPOLICELLA - VENETO
Santi
Proemio, Amarone della Valpolicella Classico Docg 2008
Un Amarone moderno, pulito, quasi minimalista, ma anche complesso e concentrato. Fuori dal comune, insomma. Profuma di uva passa, marasca, prugna essiccata e confettura. Fine ed equilibrato.
Bolla
Le Origini, Amarone della Valpolicella Classico Riserva Docg, 2009
Strepitoso l’impatto olfattivo che si apre al naso lentamente, come il volo leggero di una farfalla: peperone pungente, caffè, tabacco, cotogna, liquirizia, cedro e legno solo alcune delle sensazioni. Un vino che è portavoce di una lunga tradizione.

EMILIA ROMAGNA
Cavicchioli
Rosè del Cristo, Lambrusco di Sorbara Doc, Spumante Brut Metodo Classico
Perlage fine, sentori di fragoline e lamponi, una sfida vinta: non usare l’autoclave, ma puntare alla rifermentazione in bottiglia. Alta acidità, bassa alcolicità, fine, stuzzicante.

TOSCANA
Fattorie Melini
La Selvanella, Chianti Classico Riserva Docg 2011
Un Chianti che ha attraversato quasi cinquant’anni di storia. Quasi granato, dal profumo tipico che ricorda il giaggiolo fiorentino, con note balsamiche e di vaniglia. Ha un elegante fondo sottobosco. Può reggere ancora qualche anno di invecchiamento e migliorare.

LAZIO
Fontana Candida
Luna Mater, Frascati Superiore Docg Riserva 2014
Da terreni vulcanici, aridi, nasce questo vino giallo oro lucido che rimanda alla freschezza della frutta esotica. Ha un fondo di pera matura e di mandorla verde, aromatico, mediterraneo, capace di stare in equilibrio.

BASILICATA
Re Manfredi
Serpara, Aglianico del Vulture Doc 2010
Suadente, nero inchiostro, leggermente astringente, da degustare in un calice molto grande. Note di liquirizia, di marasca, tannini setosi, ricordi di pipa e di sigaro. Minerale e sapido.
Re Manfredi, Aglianico del Vulture Doc 2011
Chiamano questo vino il Barolo degli Svevi; caratteriale, nobile, imponente, riservato, ma di cuore come un grande sovrano. Ha un colore rosso rubino scarlatto, un gusto profondo e circolare che rimanda anche alle erbe aromatiche e officinali.
 
PUGLIA
Castello Monaci
Artas, Primitivo del Salento Igt 2013
All’inizio colpiscono il salmastro e il ricordo del tostato; poi arrivano i frutti rossi, i fichi, i mandorli, la frutta secca in una sinfonia di profumi. Esprime la forza del Salento, il ricordo di una terra arsa ammorbidita da un lieve uso del legno: solo sei mesi in botte grande.

SICILIA
Tenuta Rapitalà
Hugonis, Terre Siciliane Igt 2012
Nasce tra Palermo e Trapani da una sola vigna felice irrigata goccia a goccia. È un Bordeaux siciliano a base di Cabernet sauvignon e Nero d’Avola, una fusione tra la forza del vitigno francese e la morbidezza siciliana. Intrigante.
Grand Cru, Terre Siciliane Igt 2013
Porta con sé il sole di Alcamo e le atmosfere di Bretagna, un misto tra due culture. Color oro chiaro, si apre al naso con sensazioni fruttate e dolci. Richiami mediterranei, un raro esempio di bianco da meditazione da godere anche fuori dal pasto, fresco, mai freddo.

di Elena Caccia

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