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Il vigneto sul castello?Angioino!

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Vigne sui bastioni di un castello? Lo hanno sperimentato in Puglia, nel Salento, al castello Angioino. Ma non si tratta di una novità. In passato i bastioni erano il luogo ideale per gli orti

Nel centro di Copertino, nel cuore del Salento, in Puglia, domina l’imponente castello Angioino. È una costruzione di difesa vicereale, pensata all’epoca delle invasioni turche. Nel 1400 fu residenza di Maria d’Enghien e Raimondello Orsini del Balzo. Nel corso dei secoli, la proprietà del castello, appartenne a svariate famiglie nobili salentine; nel 1885 fu dichiarato monumento nazionale e nel 1956 fu acquistato dal demanio. Da alcuni mesi le cronache hanno rivolto una particolare attenzione a questo  castello, per un fatto del tutto singolare: sui suoi alti bastioni sono comparse delle viti!
Il vigneto sul castello è un’idea dell’enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi e di Francesco Trono, presidente della Cantina Cupertinum e realizzato nella primavera del 2014. Numerose testimonianze storiche dimostrano che la coltivazione di piante sui bastioni di questo castello non è un fatto nuovo. Nell’antichità, le parti più alte del maniero erano spesso trasformate in giardini pensili e coltivazioni di orti, viti e olivi che potevano garantire l’alimentazione degli abitanti in caso di assedio.

Il vigneto attuale è costituito, per il momento, da 200 piante circa, disposte a quinconce, allevate ad alberello pugliese. Il vitigno merita una citazione particolare. Si tratta del Negro Amaro precoce o Negro Amaro cannellino, varietà scoperta negli anni Novanta dagli agronomi Antonio Calò (Presidente dell’Accademia italiana della vite e del vino) e Angelo Costacurta (consigliere dell’Accademia e membro del gruppo esperti Oiv), durante i lavori  di  miglioramento genetico dei vitigni salentini. Nella successiva opera di selezione e propagazione, condotta nelle cantine di Niccolò Coppola a Gallipoli e nelle Agricole Vallone a Galatina che hanno portato all’ottenimento del brevetto vegetale per questa varietà, è stata determinante l’opera competente e appassionata di Mario Petito, allora funzionario dell’Ispettorato di Lecce e per tanti anni Presidente della Cantina Cupertinum.

Il Negro Amaro cannellino è un vitigno con le caratteristiche fondamentali del Negro Amaro, ma rispetto a questo, matura con 2-3 settimane di anticipo; ciò comporta una maggiore ricchezza  in zuccheri e polifenoli delle sue uve e la possibilità di ottenere un’ottima maturazione anche negli ambienti e nelle annate termicamente meno favorevoli. L’intenzione degli ideatori del progetto è quella di produrre, fra qualche anno, un vino di Negro Amaro in purezza da destinare a qualche opera benefica. “Il progetto del vigneto sul Castello “, scrive Francesco Canestrini, Soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici di Lecce, Brindisi e Taranto “è importante e innovativo. Ha unito insieme il fatto storico e l’importanza del prodotto simbolo del territorio: il vino. Il vino è un fatto di cultura e in particolar modo il Negro Amaro salentino rappresenta l’essenza del territorio. Si può dire che lo spirito profondo del Salento  è riassunto dal Castello di Copertino e dal suo vigneto”.

 di Angelo Costacurta

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