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Primarie della cultura FAI

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Fino al 28 gennaio si potrà partecipare alle primarie della cultura indette dal FAI e votare tre proposte, tra le quindici indicate dalla fondazione, in materia di cultura, ambiente e paesaggio 

Il Fondo Ambiente Italiano ha da poco promosso una nuova e interessante iniziativa, suggerita dai più giovani tra i suoi iscritti: le primarie della cultura, un modo per dare la parola ai cittadini che, fino al 28 gennaio, potranno partecipare a quest'esperienza di democrazia diretta.

Un Paese, il nostro, che troppo spesso trascura l’inestimabile patrimonio di ricchezze presente sul suo territorio. Da anni il FAI lotta con impegno per la conservazione dei beni ambientali e artistici. Votare è semplicissimo: basta connettersi al sito www.primariedellacultura.it, registrarsi, individuare le proprie priorità in materia di cultura, paesaggio e ambiente e quindi scegliere tre proposte tra le quindici indicate dalla fondazione.

Da Pierfrancesco Favino e Monica Guerritore a Giancarlo Galan e Ferruccio De Bortoli, sono tantissimi gli artisti e gli intellettuali che, in questi giorni, hanno appoggiato e promosso l’iniziativa del FAI. Moltissimi sono anche gli elettori che si sono affrettati a esprimere il loro voto. Dal 7 gennaio, infatti, sono già più di 30 mila le preferenze che sono state espresse. Il dibattito, inoltre, spopola sui social network e, sull'argomento, è particolarmente attivo il popolo di Twitter dove sono ormai tantissimi i “cinguettii” che invitano a recarsi alle urne virtuali.

Un’occasione concreta per far valere la propria opinione quella offerta dal FAI che, al termine delle votazioni, invierà a tutti gli aspiranti premier la triade delle proposte "vincitrici".

Tra i tanti temi, quello dell’agricoltura è sicuramente di grande attualità. Questa, infatti, è da sempre fonte di cibo e di lavoro. L’Italia, d’altronde, è sempre stata caratterizzata da una forte vocazione agricola e tradirla, in un momento di recessione economica, significherebbe rinunciare a un importante guadagno. È infatti molto preoccupante scoprire che, se il nostro Paese, attualmente, smettesse d’importare prodotti alimentari dall’estero potrebbe sopravvivere solo per tre mesi. Ancora più assurdo è sapere che questo succede in un territorio fertile e produttivo, come quello italiano. Altra questione fondamentale è quella degli incentivi all’agricoltura a chilometro zero. Se ci affidassimo a essa più spesso potremmo accorciare la filiera produttore-consumatore e questo ci consentirebbe di risparmiare fino al 30% sulla nostra spesa alimentare. I vantaggi, inoltre, non si limiterebbero al portafoglio: la freschezza e la genuinità dei prodotti a chilometro zero, come si usa dire, non ha prezzo.

Tra i punti stilati dal FAI trovano spazio anche le politiche per il turismo. Sono ormai tanti i parchi e i beni architettonici che il lavoro della fondazione ha restituito agli italiani. Luoghi imbruttiti per essere stati trascurati che, con la cura e la manutenzione, sono tornati alla vita. L'Italia è uno dei Paesi più belli del mondo, eppure stiamo perdendo turisti. Occorrono politiche coordinate tra il ministero per lo sviluppo del turismo e quello dei beni culturali per riqualificare i siti archeologici che cadono a pezzi, nel senso letterale dell'espressione, e beni architettonici abbandonati al loro destino. Bisogna tornare rapidamente all’altissimo numero di visitatori che, in passato, valicava le Alpi per visitare e ammirare le bellezze tricolori.

La cultura italiana è apprezzata, studiata e invidiata in tutto il mondo. Bisogna lottare per difenderla anche perché, come si legge sul sito del FAI, “con la cultura si mangia”!

Fonte: Fai

di Serena Cirini


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