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Poke con saku di salmone, avocado e lime

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Chi ama il sushi non può che essere un fan della Poke, piatto unico a base di riso, arricchito da ingredienti freschi, esotici e gustosi. Questo piatto è noto per essere spesso accompagnato da due immancabili ingredie...

  • 20 min
  • 15 min
  • 4 pers.
  • Bassa

Ingredienti

  • 160 gr di riso basmati
  • 2 Saku di salmone Sapori & Idee
  • 2 avocado Sapori & Idee
  • 3 lime Sapori & Idee
  • 60 gr di salsa di soia
  • 40 gr aceto balsamico Sapori & Dintorni
  • 150 gr edamame o in alternativa fave fresche
  • Olio ligure Sapori & Dintorni qb
  • Insalata Iceberg qb
  • Peperoncino in polvere qb
  • Semi di sesamo qb
Sapori&Idee
tagliare salmone cuocere riso

Step 1

Tagliare il Saku di salmone a cubetti e tenere da parte, nel frattempo sciacquare il riso basmati sotto l’acqua corrente. Cuocerlo in una pentola con abbondante acqua bollente salata per 14/16 minuti, poi scolarlo e tenerlo da parte.

tagliare avocado

Step 2

Tagliare l’avocado a fettine sottili e condirlo con succo di lime.

tagliare insalata

Step 3

Tagliare finemente l’insalata iceberg e tenere da parte.

sbollentare edamame prepare emulsione

Step 4

Sbollentare gli edamame (o le fave) per 3 minuti in acqua salata e tenere da parte nel frattempo mettere in una ciotola la salsa di soia, l’aceto balsamico ed emulsionare con dell’olio. Comporre il poké mettendo il riso come base e disponendo sopra le verdure e il saku di salmone. Condire con l’emulsione di salsa di soia e aceto, semi di sesamo e peperoncino.

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Poke per un pranzo sano e gustoso

Chi ama il sushi non può che essere un fan della Poke, piatto unico a base di riso, arricchito da ingredienti freschi, esotici e gustosi. Questo piatto è noto per essere spesso accompagnato da due immancabili ingredienti: il salmone e l’avocado, protagonisti anche della ricetta Poke con Saku di salmone, avocado e lime.

Per chi non lo sapesse il Saku di salmone sono cuori di filetti ricavati dalla parte più nobile del pesce, utilizzati per la preparazione di sushi e sashimi.

Tipologie, benefici e valori nutrizionali del salmone

Il salmone nasce in acqua dolce e cresce nei mari del Nord. Le sue caratteristiche variano in base alla zona di provenienza, ma non cambia la qualità delle carni, pregiate e ricche di proprietà benefiche. A seconda della razza e del tipo di alimentazione, il salmone può presentare diverse sfumature di colore: rosso intenso, giallo, arancio e rosato.

Esistono cinque tipologie di salmone: il rosso, adatto all’affumicatura; l’argentato, dal gusto selvaggio tra i più apprezzati e ricercati. Tipico dell’Alaska e dal caratteristico sapore intenso è il salmone reale; il salmone rosa, sempre originario dell’Alaska è caratterizzato da carni tenere e dal sapore decisamente delicato. Più raro e pregiato è il salmone keta, da cui si ricava il caviale. Più difficile da reperire, il salmone selvaggio è più caratteristico e costoso.

Il consumo di salmone è consigliato per le proprietà benefiche sull’organismo, perché ricco di Omega 3 e grassi polinsaturi, dagli elevati effetti positivi. Si tratta, infatti, di grassi “buoni”, in grado di ridurre il livello di colesterolo e combattere i radicali liberi e la degenerazione cellulare; non solo, migliorano e proteggono la funzionalità del sistema circolatorio e le capacità cognitive.

Grazie al contenuto di vitamina D, il salmone contrasta l’insorgenza dell’osteoporosi, fornendo l’apporto di vitamine B6 e B12, minerali come Selenio e Fosforo.

Il salmone a tavola, crudo e cotto: le ricette

Come riconoscere un avocado e come conservarlo in modo corretto

Riconoscere un avocado maturo non è semplice: a differenza di molti frutti non esotici, la buccia spessa e scura di un avocado non permette di capire il suo grado di maturazione.

Quando si acquista un avocado, bisogna avere già chiare le sue tempistiche di consumo: se si intende utilizzarlo in poche ore è bene acquistarlo già maturo, se si pensa di conservarlo per circa 3 o 4 giorni, meglio comprare un frutto leggermente acerbo.
Per capire se un avocado è maturo, basta staccare il picciolo: se viene via facilmente il frutto è pronto da mangiare. Spesso, però, l’avocado è venduto senza picciolo: in questo caso si dovrà toccare leggermente. Se a una pressione blanda la buccia risulterà leggermente cedevole si tratta di un frutto pronto per essere sbucciato, altrimenti se sarà troppo duro o troppo molle il frutto sarà acerbo o eccessivamente maturo.

Il passo successivo riguarda la conservazione dell’avocado. Se si tratta di un frutto acerbo da consumare entro un paio di giorni, basterà metterlo a contatto con mele, kiwi o banane. In alternativa si può inserire in un sacchetto traspirante e lasciarlo nella fruttiera. In base alla variazione delle condizioni ambientali, il frutto maturerà più o meno velocemente. Come per ogni altro frutto, fare attenzione a non conservarlo vicino a fonti di calore come lo sportello del forno, il retro del frigo o la luce che filtra da una finestra. Queste condizioni rischiano di far marcire l’avocado.

Se l’avocado è già maturo, si può conservare intero in frigorifero, inserendolo in un sacchetto ermetico nel cassetto in basso, luogo in cui la temperatura e l’areazione sono ottimali per conservare frutta e verdura. Maturerà lentamente e potrà restare in frigo per un paio di giorni. Il consiglio è quello di controllarlo di tanto in tanto, per evitare che marcisca senza accorgersene.

L’Avocado a tavola, dai primi al dessert, le ricette:

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