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Ortialti, anche sul tetto possono crescere i pomodori

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Due architetti stanno vestendo di verde aree dismesse, tetti, balconicini e giardini. Succede a Torino. L’idea può essere uno spunto per provare a coltivare qualcosa sul nostro balcone. Bastano 25 centimetri di terra e un po’ di impegno per veder crescere erbe aromatiche, pomodori e melanzane
 

In un momento storico in cui la riqualificazione urbana, il miglioramento delle aree periferiche e la valorizzazione del verde in città è di vitale importanza Ortialti si colloca in una nicchia praticamente inesplorata: il verde pensile. Ortialti è un progetto gestito da Elena Carmangani ed Emanuela Saporito, entrambi architetti, delle quali una con una vocazione più spiccatamente urbanistica e interessata al “community planning”, alla partecipazione cioè  dei cittadini alla riqualificazione della città.

Il tetto dello studio di architettura 999, sito in un basso fabbricato di inizio Novecento, a Torino,  è il teatro del primo “orto alto”. Un successo incredibile quello di Our Secret Garden, questo il nome del progetto, talmente apprezzato da aver vinto il Premio Innovazione Amica dell’Ambiente 2010 di Legambiente Italia, ed essere selezionato come miglior intervento per l’Austrian Best Private Plot Award 2012. Oggi Ortialti è una vera e propria realtà imprenditoriale che ha come mission quella di utilizzare il verde pensile per migliorare l’ambiente coinvolgendo la comunità. Non sono tanto i progetti privati ad interessare i due architetti quanto la rigenerazione urbana della città, quello di cercare di migliorare, restaurare e rendere fruibili ai cittadini locali, terrazzi e balconi altrimenti in disuso.

Con il verde pensile, inoltre, spiegano le fondatrici, si vogliono coinvolgere attivamente gli abitanti dei condomini o gli fruitori di alcune strutture: gli anziani, ad esempio, possono riprendere a coltivare o a curare il terreno esattamente come si faceva in tempi passati tramandando tradizioni e segreti che altrimenti andrebbero inevitabilmente persi; i bambini, d’altro canto, possono imparare a divertirsi in un ambiente sano prendendosi cura di ortaggi, studiando e conoscendo il processo che accompagna la cura dell’orto. Naturalmente ciascuno può prendere spunto dal loro lavoro per crearsi un mini orto magari sul balcone di casa. Infatti, una delle domande più frequenti che si sentono rivolgere le fondatrici riguarda quali siano i tipi di coltivazione migliori e più facilmente adattabili al verde pensile. L’architetto Saporito ci ha spiegato che «Bisogna fare attenzione al giusto quantitativo di terra per far sì che le verdure possano crescere. Oggi con le tecnologie a nostra disposizione con una profondità di terriccio di appena 20- 25 centimetri, riusciamo a coltivare praticamente tutte le verdure a foglia verde, oltre a melanzane, pomodori, per non parlare delle erbe aromatiche. Certo per le carote, le patate e i tuberi in generale, che crescono sotto terra serve una maggiore profondità». E se non ci fossero persone in grado di occuparsi dell’orto la società ha già previsto l’aiuto e la competenza di persone che, sul medio o sul lungo termine, a seconda delle esigenze, possano dare una mano.

Il progetto a cui sta lavorando Ortialti in questi giorni, è piuttosto importante, si tratta di 800 metri quadrati di superficie pensile sopra le Fonderie Ozanam in una zona periferica ed industriale di Torino; l’idea è piaciuta talmente da essere stata premiata proprio poche settimane fa con il riconoscimento Women for Expo. Non ci resta che attendere e vedere i nostri tetti vestirsi di verde e allora sì che si potrà parlare, non di verdura a chilometro zero, ma a metro zero.

di Silvia Galli
 
 
 
 

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