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Pisco, ?l'acqua che brucia? del Perú

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Avete mai sentito parlare di Pisco? Si tratta di un aguardiente (letteralmente in spagnolo, “acqua ardente” perché brucia la gola), ovvero un’acquavite di origine peruviana, molto diffusa anche in Cile e in altri paesi dell’America Latina. Negli ultimi tempi, grazie al suo impiego nella mixology, sta riscuotendo un crescente interesse in Italia da parte del pubblico nonchè degli addetti ai lavori

Avete mai sentito parlare di Pisco? Si tratta di un aguardiente (letteralmente, in spagnolo, “acqua ardente” perché brucia la gola), ovvero un’acquavite di origine peruviana, molto diffusa anche in Cile e in altri paesi dell’America Latina, che negli ultimi tempi sta riscuotendo un crescente interesse in Italia da parte del pubblico nonchè degli addetti ai lavori. Le uve dalle quali si ottiene sono le aromatiche Italia, Moscatel, Torontel e Albilla e le non aromatiche Quebranta, Mollar, Negra Corriente e Uvina, distillate in alambicchi discontinui di rame. Sarebbero stati gli spagnoli, in epoca coloniale, poiché il vino non reggeva lunghi viaggi, a portare l’uva in Perù; dal 1990 il Pisco ha ottenuto la “denominazione di origine peruviana”.
 
Simile al distillato europeo per la materia prima impiegata nonché per il processo di distillazione, il pisco, la cui gradazione alcolica varia dai 36 ai 48 °C, è molto diverso nel gusto: a differenza del brandy, Cognac o Armagnac questa acquavite non viene, infatti, sottoposta a lungo invecchiamento in botte. Lunedì 26 luglio 2015, nell’ambito della rassegna culturale enogastronomica “Peru feeds your soul!” in scena al Mudec di Milano, Saporie.com ha partecipato a una degustazione di Pisco guidata da Pepe Moquillaza, tra i maggiori esperti dell’antico distillato. In tale occasione è stato proposto, in particolare, un assaggio di Pisco in purezza, nelle tre espressioni Pisco Quebranta Tres Generaciones, Pisco Puro Alcholado, Pisco Mosto Verde.
 
Cinque, però, sono le varietà di Pisco che potete trovare in commercio: il Pisco Puro, quello classico ottenuto da uve come la Quebranta; il Pisco Aromatico prodotto con uve fragranti come l’Italia o l’Albilla; l’Aromatizzato quello che prevede l’aggiunta di frutta durante la distillazione; il Pisco Mosto Verde, ottenuto dalla distillazione di mosti parzialmente fermentati; il Pisco Acholado, acquavite molto forte prodotto dalla miscela di differenti varietà di viti e particolarmente adatto alla preparazione dei cocktail. Il Pisco, infatti, ha varcato gli oceani in virtù del suo fortunato impiego nell’universo della mixology, ovvero l’arte del bere miscelato. Al  Pisco Sour, cocktail nazionale del Perù nato al Bar Morris di Lima dall’intuizione del proprietario El Gringo Morris, del resto è persino dedicato dal 2003 il Pisco Day, una festa nazionale che si svolge durante il primo fine settimana di febbraio. Altri cocktail molto famosi sono il Chilcano con Pisco, Gin e limone e il Capitano con invece Pisco e Vermuth rosso.
 
 di Alessandra Cioccarelli

PISCO SOUR? PREPARALO A CASA!
 
Mettere nello shaker alcuni cubetti di ghiaccio (si consigliano massimo 2 a testa) e aggiungere 50 ml di Pisco (il più indicato è il Quebranta), un cucchiaino di zucchero, 25 ml di succo di lime e 1 albume a temperatura ambiente. Agitare lo shaker velocemente e con vigore, quindi, filtrando il ghiaccio, versare il tutto in una coppetta da cocktail, oppure con ghiaccio in un tumbler medio. Aggiungere, infine, qualche goccia di angostura e, se gradito, un pizzico di cannella.

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