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Il Buono del Paese: Trieste, sapori e dintorni

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La piccola Vienna sul mare, dove le montagne innevate stanno coi piedi ammollo e la Bora soffia e raffredda tutte le zuppe della città. Andiamo a Trieste a scoprire cosa c’è da vedere e cosa da fare, ma soprattutto cosa c'è di Buono da mangiare.

SCHEDA ITINERARIO

La piccola Vienna sul mare, dove le montagne innevate stanno coi piedi ammollo e la Bora soffia e raffredda tutte le zuppe della città. Andiamo a Trieste a scoprire cosa c’è da vedere e cosa da fare, ma soprattutto cosa c'è di Buono da mangiare.
 

Cosa fare a Trieste: l’itinerario di un giorno dal mare alla collina


1. La piazza sul mare e la passeggiata sul molo
Se arrivate in giornata e avete voglia di immergervi subito nell’atmosfera di Trieste, la prima cosa da fare è una passeggiata da Piazza Unità d’Italia fino al molo Audace. Dalla più grande piazza d’Europa che si affaccia sul mare a questo molo un po’ romantico e un po’ tetro quando d’Inverno si ricopre di ghiaccio e l’acqua lo sommerge. Sono pochi passi che vi terranno impegnati per un po’, perché la bellezza è tanta e vale la pena fermarsi.2. Il caffè letterario
Se nel frattempo si è fatta l’ora di un aperitivo, fermatevi in uno dei tanti (e meravigliosi) caffè letterari di Trieste: andate al Caffè degli Specchi, che serve clienti dal 1839 e si chiama così perché tutti gli avvenimenti storici importanti che accadevano venivano registrati e incisi sugli specchi nel locale. Quartier generale della marina britannica, sui suoi divanetti si sono seduti scrittori famosi come Italo Svevo e James Joyce, che proprio a Trieste iniziò a scrivere l’Ulisse.
I caffè hanno sempre avuto un significato particolare per i triestini, non solo per l’importanza che il prodotto in sé ha avuto per l’economia della città, ma anche per tutte le vicende storiche, politiche, economiche e culturali che si sono svolte in questi luoghi così particolari.
 
N.B.: Il caffè a Trieste si chiede così:
Nero, deca, capo e goccia sono rispettivamente un caffè normale, un decaffeinato, un macchiato e uno schiumato. Se vuoi uno di questi caffè in vetro, ti basta aggiungere “in b”. Facile, no?
 
3. Colle San Giusto e l’Anfiteatro
Centro storico di Trieste, dalle pendici alla cima incontri l’Arco di Riccardo, - risalente al I sec. a.C. - la Tor Chucherna, - unica torre rimasta delle antiche mura medievali che circondavano la città - la cattedrale, - principale chiesa di Trieste - la fortezza, - ora adibita a museo civico - e il parco della rimembranza con il Monumento ai caduti. Da lì si gode di una vista spettacolare e la voglia è quella di restare seduti su una panchina a godersi il panorama. Scendendo verso la città, fermatevi all’Anfiteatro Romano che, secondo gli storici, nel II sec. a.C. era in riva al mare, ma poi il mare si è ritirato.

Cosa mangiare a Trieste: dalla colazione allo spuntino di mezzanotte


1. La colazione a Trieste: strucolo, putizza e pinza
Si parte dall’Istria con lo strucolo, un rotolo di pasta a base di noci, uva passa e pangrattato, condito con burro fuso e cannella e poi si passa per la Slovenia, con la putizza, dolce tipico che viene preparato in occasione delle feste: una torta soffice di pasta lievitata, ripieno di frutta secca, cioccolato, uvetta, miele e cannella. Trovate frutta secca anche nel presniz, un dolce di pasta sfoglia  con un ripieno morbidissimo. A Pasqua si prepara la pinza, una brioche tonda molto dolce che può essere farcita con confetture e marmellate.
Poi, nei caffè e nelle pasticcerie di Trieste trovate ogni ben di Dio: dai krapfen alle éclair, dai pasticcini alle favette, piccole palline morbide di mandorle tritate che sono tutte colorate a seconda del gusto (cioccolato, vaniglia…).
 
2. A pranzo piatti di monti
Non si può non iniziare consigliando di mangiare la jota, la tipica minestra triestina a base di fagioli, crauti (che nel dialetto triestino si chiamano capuzi garbi o cappucci acidi) e patate a cui vengono aggiunte costine o cotenna di maiale (affumicata e non) e semi di cumino (insieme al Cren, uno dei condimenti tipici di questa cucina).
Assolutamente da provare sono gli gnocchi di pane (gli stessi canederli che si mangiano anche in Trentino Alto-Adige), che qui vengono conditi con il sugo dell’arrosto o il goulash, altro piatto tipico della tradizione.
La ricetta del goulash triestino nasce da quella ungherese ed è una sorta di spezzatino a base di polpa di manzo fatta a pezzettoni insaporita da paprika, cipolla, concentrato di pomodoro e altre erbe aromatiche, poi cotta nello lo strutto o nel grasso del prosciutto cotto.
Più delicata è la calandraca, un lesso di carne e patate insaporito con il concentrato di pomodoro.
Altro piatto tipico molto particolare sono gli gnocchi di susine, che si preparano con un pezzo di susina ricoperto con pasta di gnocchi. In molti non si mettono d’accordo su questo piatto, che da alcuni viene considerato un primo e da altri un dolce.
Il contorno per eccellenza? Le patate in tecia, ovvero: fatte in padella.

3. Aperitivo a Trieste, frittate e formaggi
Merenda/aperitivo, quando si visita una città si cammina tanto e c’è assolutamente bisogno di fermarsi a metà pomeriggio per una sosta ristoratrice.
Da provare è la frittata di asparagi selvatici, che si chiama frittata di bruscandoli, semplicissima da preparare, basta ricordarsi di mettere il burro al posto dell’olio.
Poi ci sono lo jamar, un formaggio che viene stagionato nelle tipiche grotte calcaree del Carso a 70 metri di profondità e il formaggio Tabor del Carso, che si serve con pane casereccio, insalata, noci o nocciole. Anche una fettina di Montasio Dop non c’è da farsela mancare. Originario delle vallate delle Alpi Giulie e Carniche, questo formaggio viene prodotto dal 1200 grazie alla costanza e all’intelligenza dei frati Benedettini.
 
4. La sera piatti di mare
Spaghetti allo scogliorisotto alla marinarabrodetto di pesce (con calamari, seppie, triglie, scampi, cozze, vongole, capesante…), cicale di mare o scampi alla busara (spaghetti leggermente piccanti). I primi piatti di pesce triestini sono, ovviamente, tutti a base di pesce locale. E per secondo? Tra i pesci più comuni di questa zona si trovano i sardoni, che sarebbero le alici (o acciughe). È tipica la ricetta dei sardoni in savor. Savor significa “liquido” e quello in questione si prepara facendo soffriggere la cipolla tagliata finemente e finendo di cuocerla con aceto bianco e acqua. Il liquido che si formerà sarà il condimento delle alici, che nel frattempo saranno state impanate e fritte. Diversamente da come si potrebbe immaginare, i sardoni in savor sono come la vendetta: un piatto che servito freddo.
A scottarti le mani, tanto, ci pensano le cozze, nella ricetta dei pedoci allo scotadeo. Protagoniste di molti piatti tradizionali, le cozze si cucinano anche in zuppette, o gratinate o fritte.
 
5. Lo spuntino di mezzanotte
Per lo street food triestino, ovvero momento di fame assassina in piena notte dopo qualche bicchiere di troppo, da provare sono i cevapcici, delle salsiccette speziate fatta di carne di maiale, carne di manzo, carne di agnello e lardo tritato, da condire con un tipico condimento della zona, che sarebbe la radice di rafano: il Cren. Da non farsi mancare c’è poi il frico, una specie di frittatone a base di formaggio, patate e burro che può essere cucinato in due versioni: una friabile, generalmente a base di Montasio, e una morbida, che si può accompagnare anche con polenta e speck. Certo che anche il prosciutto cotto in crosta



Cosa mangiare a Trieste: dalla colazione allo spuntino di mezzanotte


1. La colazione a Trieste: strucolo, putizza e pinza
Si parte dall’Istria con lo strucolo, un rotolo di pasta a base di noci, uva passa e pangrattato, condito con burro fuso e cannella e poi si passa per la Slovenia, con la putizza, dolce tipico che viene preparato in occasione delle feste: una torta soffice di pasta lievitata, ripieno di frutta secca, cioccolato, uvetta, miele e cannella. Trovate frutta secca anche nel presniz, un dolce di pasta sfoglia  con un ripieno morbidissimo. A Pasqua si prepara la pinza, una brioche tonda molto dolce che può essere farcita con confetture e marmellate.
Poi, nei caffè e nelle pasticcerie di Trieste trovate ogni ben di Dio: dai krapfen alle éclair, dai pasticcini alle favette, piccole palline morbide di mandorle tritate che sono tutte colorate a seconda del gusto (cioccolato, vaniglia…).
 
2. A pranzo piatti di monti
Non si può non iniziare consigliando di mangiare la jota, la tipica minestra triestina a base di fagioli, crauti (che nel dialetto triestino si chiamano capuzi garbi o cappucci acidi) e patate a cui vengono aggiunte costine o cotenna di maiale (affumicata e non) e semi di cumino (insieme al Cren, uno dei condimenti tipici di questa cucina).
Assolutamente da provare sono gli gnocchi di pane (gli stessi canederli che si mangiano anche in Trentino Alto-Adige), che qui vengono conditi con il sugo dell’arrosto o il goulash, altro piatto tipico della tradizione.
La ricetta del goulash triestino nasce da quella ungherese ed è una sorta di spezzatino a base di polpa di manzo fatta a pezzettoni insaporita da paprika, cipolla, concentrato di pomodoro e altre erbe aromatiche, poi cotta nello lo strutto o nel grasso del prosciutto cotto.
Più delicata è la calandraca, un lesso di carne e patate insaporito con il concentrato di pomodoro.
Altro piatto tipico molto particolare sono gli gnocchi di susine, che si preparano con un pezzo di susina ricoperto con pasta di gnocchi. In molti non si mettono d’accordo su questo piatto, che da alcuni viene considerato un primo e da altri un dolce.
Il contorno per eccellenza? Le patate in tecia, ovvero: fatte in padella.

 

 

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