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Le Città del Tartufo alzano il tiro sulla tutela del prodotto

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Sulla base dei dati forniti dal Centro Sperimentale di Tartuficoltura delle Marche, il neo-presidente dell'Associazione Nazionale Città del Tartufo Michele Boscagli ha evidenziato due necessità fondamentali: un calendario unico di raccolta nazionale e una decisa lotta alla contraffazione

A pochi giorni dall’apertura della stagione del tartufo Michele Boscagli, neo-presidente dell’Associazione Nazionale Città del Tartufo, richiama l’attenzione sulle questioni riguardanti il commercio del pregiato fungo, a partire dai dati forniti dal Centro Sperimentale di Tartuficoltura delle Marche.

“Il centro studi rivela – ha spiegato Boscagli - che le condizioni meteo-climatiche primaverili ed estive sono state benefiche per la formazione dei corpi fruttiferi di Tuber magnatum, più comunemente conosciuto come tartufo bianco, ma che la raccolta prematura rischia di alterare la seconda fruttificazione, che dà i prodotti qualitativamente migliori”. Già dai mesi di luglio e agosto, nel corso della raccolta del tartufo nero estivo, sono state tante le segnalazioni di carpofori di tartufo della prima fruttificazione; poiché questa serve come elemento di disseminazione per la riproduzione della specie, i suoi tartufi si deteriorano e imputridiscono in fretta. Sono invece i prodotti della seconda fruttificazione, quella di novembre, ad avere le migliori qualità organolettiche.

“Anche per la mancanza di un unico calendario nazionale – ha detto Boscagli –  la raccolta è iniziata nelle regioni in momenti diversi, con la grave conseguenza che sono stati asportati centinaia e centinaia di chilogrammi di fiorone dalle tartufaie naturali: un prodotto che, una volta raccolto dai cavatori e consegnato ai commercianti, finisce o nella pattumiera o nelle conserve. Il problema, tuttavia, potrebbe essere definitivamente aggirato se al posto dei tanti differenti regolamenti e calendari regionali si stabilisse un piano a livello nazionale”. Altro problema cruciale quello della contraffazione: “Ritengo necessario – ha proseguito Boscagli – compiere ogni sforzo anche per tutelare il prodotto italiano rispetto al tartufo proveniente soprattutto da Romania e Bulgaria, spacciato per italiano a danno del consumatore”.

“Le Città del Tartufo – ha concluso Boscagli – continueranno a porre l’accento sulle questioni scientificamente più utili affinché il tartufo sia sempre una risorsa rinnovabile, concorrendo a promuovere la messa a sistema di tutte le buone pratiche che aiutino a preservare il bioritmo del pregiato fungo, il rispetto del suo ambiente e, infine, ma non per ultima, la sicurezza dei consumatori.”

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