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I vini bianchi che invecchiano. La scuola di Tramin

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Fino a pochi anni fa i vini bianchi dell’Alto Adige erano considerati fratelli minori dei vini rossi autoctoni. Oggi, per fortuna, si valorizza invece il grande potenziale d’invecchiamento. La degustazione di tre eccellenze di Tramin

Nussbaumer, Unterebner e Stoan, tre etichette che sono il vanto dell’altoatesina Cantina Tramin: le prime due esprimono al meglio il carattere del Gewürztraminer e del Pinot grigio, l’altra di una cuvée d’autore nata dal talento dell’enologo Willi Stürz.
Una trilogia di eccellenze simbolo di una realtà risalente a oltre un secolo fa, forte oggi di 300 viticultori che operano su un territorio (Termeno e le microzone d’intorno) incastonato tra le Alpi e il lago di Caldaro.
Sono vini che fino a poco tempo fa erano spesso bevuti giovani, finché non si è felicemente intuito il loro grande potenziale di invecchiamento. Insomma, è meglio dimenticarli per un po’ in cantina prima si stapparli! Longevità sperimentata dalla Cantina Tramin in questa triade di bianchi, che hanno riservato diverse delle belle sorprese. E pensare che i bianchi altoatesini erano visti come i fratelli minori dei rossi autoctoni, vini da bere senza aspettare troppo; invece il tempo sta dimostrando il contrario, dando loro il lustro che meritano.
Saporie.com ha intervistato sull’argomento l’enologo Willi Stürz.
 
- Quali sono i requisiti fondamentali per produrre dei grandi bianchi?
«Dipende dai vitigni. Nel caso del Gewürztraminer, che ha una struttura tannica importante, la carica aromatica alta, ma un ph basso e scarsa acidità, il supporto all’invecchiamento viene dalla posizione e dall’età dei vigneti, dalla mineralità del suolo, dalla maturazione delle uve e da un lungo contatto con i lieviti».
 
- Quanto incidono legno e acciaio sulla longevità?
«Diciamo che si può lavorare in modo diverso con la botte grande e con i serbatoi prima di mettere i vini in bottiglia. Quindi, di sicuro i contenitori fanno la loro parte».
 
- Quando ha capito che il Gewürztraminer poteva invecchiare bene?
«Già dal Novanta avevo intuito che era quello che più poteva avere una lunga vita, ma a quei tempi in Italia non ci si pensava neanche. Oggi il Nussbaumer può arrivare ben oltre i quindici anni. Con il 2014 abbiamo prolungato il contatto con i lieviti, concedendogli anche più tempo in bottiglia. Infatti, uscirà sul mercato a gennaio 2016».
 
- Lo Stoan è una Sua creatura.
«È nato nel 2002, quando si è visto che, mettendo assieme Chardonnay, Sauvignon, Pinot bianco e Gewürztraminer, sarebbe venuto fuori un bel vino. La combinazione ha prodotto un profilo davvero particolare. In questo caso possiamo arrivare a un invecchiamento di 12 anni».
 
 
Degustati per voi

Nussbaumer (2014, 2013, 2012, 2009, 2005, 2003)
Cosa può diventare invecchiando il Gewürtraminer, lo dimostra l’annata 2003. Un vino che ha un vago ricordo dei tipici sentori di rosa, più speziato (pepe bianco), con una mineralità armoniosa, struttura e raffinatezza.
 
Unterebner (2014, 2013, 2010, 2006)
Tra queste annate il Pinot grigio più promettente è il 2006. È speziato al naso (pepe e vaniglia) con richiami di frutta matura, soprattutto pera. Minerale, con una certa grassezza.
 
Stoan (2014, 2013, 2012, 2005)
Il 2005 in bocca è corposo con una fresca acidità e una decisa mineralità. Ha profumi delicati che gli vengono dal matrimonio tra Sauvignon e Gewürztraminer. Cuvée elegante e raffinata.
 
di Clara Ippolito
 

 

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