Barbera e Timorasso. I vini del cuore de I Carpini

Vignaiolo per scelta, grande sperimentatore e produttore dall'approccio scientifico, Paolo Ghislandi è il titolare della Cascina I Carpini. Sui Colli Tortonesi, una terrà di confine tra il Piemonte e la Liguria, ha trovato l'habitat ideale per realizzare i suoi sogni vinicoli...

Paolo Ghislandi è un uomo dalle idee chiare. E me lo dice subito: «Ci sono tre cose che mi stanno davvero a cuore: sono vignaiolo per scelta, sono uno sperimentatore e arrivo a certe conclusioni per deduzione e non perché abbraccio una filosofia  e ho scelto la via del cru: quando cioè ho impiantato i vigneti tutti i vini erano già nella mia testa». E quando si comincia così è dura andare avanti!
Ma ci proviamo!
Paolo Ghislandi è il titolare della Cascina I Carpini. Siamo in una terra di confine tra il Piemonte e la Liguria; più precisamente sui Colli Tortonesi. Qui si intrecciano le tradizioni di due regioni e non solo (sono molti gli influssi anche lombardi ed emiliani) e anche la viticoltura, ne è particolarmente influenzata.

I COLLI TORTONESI
Lo sguardo spazia sulle colline abitate da boschi di castagni, vigneti e frutteti e arriva, da una parte fino al Monviso e dall’altra, al mar Ligure che dista una quarantina di chilometri in linea d’aria. Anche per questo la sapidità è una delle caratteristiche più importanti dei vini dei Carpini. A causa delle diverse altitudini le temperature cambiano rapidamente e, inoltre i boschi offrono una protezione naturale dai venti troppo freddi. La viticoltura ha qui una storia secolare. I terreni sono di medio impasto e ben drenati con il passaggio delle falde acquifere pochi metri sotto terra.

I CARPINI
Paolo Ghislandi acquistò la Cascina alla fine degli anni Novanta. Allora, non vi erano che prati e boschi. Ma Paolo voleva realizzare un sogno: fare vino nel totale rispetto dell’ecosistema esistente e che racchiudesse interamente la filosofia di vita di Paolo. I nomi stessi che ha scelto per i suoi vini sono eloquenti in questo senso. Gli abbiamo chiesto il motivo di una scelta di questo tipo che punta proprio all’evocazione. Ci ha risposto: «Ho scelto nomi capaci di restituire al vino il suo legame con la terra. Ho pensato a cosa sento quando sono in  vigna: la brezza e i profumi, soprattutto. E questo sta nei nomi che ho dato ai miei vini». I VINI
Timorasso e Barbera sono le due grandi passioni di Paolo Ghislandi. L’approccio è sempre la natura. Paolo da anni sperimenta le fermentazioni spontanee lasciando che siano i lieviti presenti sul territorio a condurle. Questo migliora la complessità e la ricchezza dei vini aumentandone anche il potenziale di invecchiamento. Brezza d’estate, ad esempio, è un Timorasso Colli Tortonesi Doc che porta con sé una mineralità molto alta. Ha potenza, carattere, se degustato alla cieca, potrebbe tranquillamente essere scambiato per un vino rosso. Con cosa si abbina? Provate con il tartufo e resterete sbalorditi! Rugiada del mattino, Colli Tortonesi Doc, nasce dalla vigna Eleonora dove, oltre al Timorasso, si allevano anche Favorita, Cortese, Moscato e Malvasia. La sua caratteristica principale è la freschezza, il profumo floreale, gentile, come, appunto, una goccia di rugiada. Da provare con un piatto di trofie al pesto. Chiaror sul masso è invece la versione spumantizzata del Timorasso ottenuto da uve mature (e non raccolte in anticipo come si fa solitamente per mantenere acidità) e dalla rifermentazione del vino non filtrato. Colpisce la sua grandiosa ampiezza aromatica ed è indimenticabile se abbinato, ad esempio, a una terrina di fegato.
Se parliamo di Barbera, invece, dobbiamo ricordare assolutamente I Carpini Barbera e il lavoro che Paolo Ghislandi sta facendo sulle acidità. L’annata 2012 è pronta, calda ed equilibrata, leggermente sapida. Versione più evoluta della Barbera è invece Sette Zolle, Colli Tortonesi Doc ottenuto da uve di Barbera, Croatina e Cabernet Sauvignon provenienti dalla vigna Carlo Alberto. 

Di Elena Caccia