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In cucina stop all'inglese. Lo sostengono gli artusiani

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Durante la festa artusiana si è discusso della linguaggio da usare nel settore gastronomico. Secondo l’Accademia della Crusca si dovrebbe trovare un modo di comunicare più consono alla nostra tradizione. Come sostituire efficacemente però, termini come show cooking?

I cuochi sono cuochi (e non chef) e il cibo è cibo (e non food); il messaggio è chiaro: nel linguaggio gastronomico torniamo all’italiano. I sostenitori della teoria sono gli studiosi artusiani che, durante la festa artusiana, hanno detto stop agli inglesimi e chiedono di ritornare a descrivere il cibo con un linguaggio consono alla nostra storia.

Giovanna Frosini, dell’Accademia della Crusca, durante il convegno a Casa Artusi ha precisato la necessità di recuperare lo spirito di Pellegrino Artusi che alla fine dell’Ottocento, ha coniato la lingua italiana della cucina e slegarci dall’inglesismo oggi imperante. La sfida è ardua: non si tratta, infatti, solo di eliminare alcune parole, ma di trovare delle degne sostituzioni. Show cooking, ad esempio, come potrebbe essere traslato in italiano con la stessa resa? Ai comunicatori, e non solo, ai cuochi, l’arduo compito!
 
di Elena Caccia

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