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Olio officina: presentazione tra oli e dibattiti

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Durante la conferenza di stampa dedicata alla seconda edizione di "Olio Officina Food festival" è emerso un interessante tema: quanto conta il prezzo nella qualità dei prodotti alimentari?  

Spendere o non spendere, questo è il problema. Quanto costa la qualità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole? In questi tempi di recessione economica capita spesso di trovarsi a scegliere tra qualità e quantità. Quando i soldi scarseggiano, è meglio rinunciare all’eccellenza e preferire alimenti meno pregiati ma più convenienti? Le cose più care sono davvero le migliori? Il tema è sicuramente di grande attualità. Proprio ieri, infatti, se n'è dibattuto a lungo nel corso della conferenza stampa per la seconda edizione di “Olio Officina Food Festival”, una manifestazione che si terrà dal 24 al 26 gennaio al Palazzo delle Stelline di Milano.
Quello di riuscire ad avvicinare il grande pubblico al mondo dell’olio è uno degli obiettivi che maggiormente hanno ispirato il progetto del giornalista Luigi Caricato che, dopo anni studio e di passione per questo settore, ha ideato e diretto l’evento. La sua non è una provocazione: si tratta piuttosto del coraggioso tentativo di sdoganare alcuni pregiudizi che, da troppo tempo, circolano nel mondo dell’enogastronomia.

Per condire le proprie ricette con un prodotto di qualità non è necessario spendere una fortuna: il prezzo della genuinità, infatti, è accessibile a tutti. Da qui la scelta di annoverare tra i partners dell’iniziativa molti marchi legati alla produzione industriale dell’olio extravergine d’oliva. Chi sceglie di acquistare al supermercato le proprie bottiglie di evo può stare tranquillo perché coì facendo non rinuncia al sapore né alla salute. Quando si cucina, ricorda Caricato, l’olio perde le sue proprietà. Per questo anche gli chef - e lo confermano i professionisti dell’Unione Cuochi Lombardia - utilizzano, per la cottura delle loro pietanze, prodotti che si collocano alla metà di un’immaginaria scala d’eccellenza. Il consiglio è quello di alternare due diverse qualità di condimento: una più economica come base delle proprie ricette e una più ricercata per arricchirne il gusto alla fine della preparazione.

Come ricorda lo chef Giuseppe Capano, tra i principali coordinatori del progetto, l’olio extravergine d’oliva  è anche un valido alleato per il nostro benessere psicofisico e può prendere il posto del burro, o di altri grassi, nella preparazione di alcuni piatti. È importante, allora, cercare di colmare il divario che spesso separa il sapere degli esperti del settore gastronomico da quelle che sono le reali esigenze del grande pubblico.

Tuttavia, occorre sempre diffidare da prezzi eccessivamente bassi che, in questo momento, potrebbero sedurre qualche cliente. Il costo dell’olio non può abbassarsi troppo: la qualità delle olive e il rispetto delle norme nella loro lavorazione impongono una cifra minima che non è mai possibile oltrepassare.    

Quella che è in atto sembrerebbe una vera e propria democratizzazione dell’olio d’oliva. Si spera che anche altri settori dell'industria alimenti alimentare possano presto incamminarsi lungo lo stesso percorso. D'altronde, come Caricato ha spesso ricordato nel corso della conferenza, qualità fa rima con libertà.
 
di Serena Cirini


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