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La carta dei vini. Deve rivoluzionarsi

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Lunga, complicata, noiosa, senza informazioni utili per il consumatore a parte il prezzo. La carta dei vini è qualcosa che deve necessariamente cambiare se vogliamo avvicinare il cliente e, magari, conquistarlo. Ristoratori e sommelier sono chiamati a una riflessione

La carta dei vini è destinata a scomparire, almeno come la intendiamo noi oggi. Durante la 35° edizione della London Wine Fair, la nota fiera del vino che si svolge ogni maggio nella capitale Britannica, Christopher Cooper, della società di consulenza Drinkonomist ha dichiarato che, a parer suo, nella maggior parte dei ristoranti le carte dei vini stanno diventando obsolete e che i sommelier dovrebbero essere maggiormente creativi nel momento in cui compilano la loro lista.

Insomma, in Inghilterra le carte dei vini sarebbero noiose, lunghissime, per nulla snelle, né di facile lettura. Cooper consiglia di puntare su una carta più divertente, più rapida da consultare, equilibrata, varia e ben pensata; inoltre non andrebbero indicati solo i costi delle bottiglie, bensì potrebbe essere interessante aiutare il cliente nella scelta inserendo delle note tecniche e di degustazione. E, da tenere particolarmente in conto, il vino non dovrebbe essere l’unico protagonista, ma dovrebbero trovare posto anche birre e superalcolici e perché no, anche bevande come il sakè che appare in alcune straordinarie carte inglesi.

E in Italia? Anche nel nostro Paese si incappa in locali anche rinomati, in cui la carta del vino, se c’è (e molte volte è una grande assente), si presenta nella forma di un librone che già alla vista scoraggia la consultazione. Insomma, c’è di che riflettere.

di Elena Caccia

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